Palermo, operazione antimafia “Architetto”

Tiziana Montalbano

 

Ieri i militari della Guardia di Finanza–Nucleo Speciale Polizia Valutaria hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti cittadini italiani, per i reati di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Contestualmente agli arresti sono in corso di esecuzione varie perquisizioni nel territorio di Palermo e provincia, nonché il sequestro preventivo di una società con sede a Capaci (PA). L’operazione “Architetto” scaturisce da articolate indagini nei confronti dei nuovi vertici del mandamento mafioso palermitano di “Tommaso Natale – San Lorenzo” condotte dalle Fiamme Gialle dal mese di febbraio 2008 e volte all’aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti,  nonché  alla repressione di reati di natura economico-finanziaria e associativa. Nello specifico, l’operazione si è concretizzata nell’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere. IN manette è finito Giuseppe Liga, architetto palermitano ritenuto responsabile dei delitti di direzione e organizzazione dell’attività dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra” ed estorsione, per avere diretto il mandamento di Tommaso Natale–San Lorenzo, provvedendo alla gestione della relativa cassa e alla raccolta del denaro delle estorsioni, effettuato numerosi incontri e riunioni con esponenti di spicco di altri mandamenti mafiosi, gestito di fatto la “Euro Tecnica delle costruzioni–EU.TE.CO.” srl, avvalendosi di compiacenti prestanome, posto in essere sei casi di estorsione consumata e un tentativo non andato a buon fine. In carcere anche Giovanni Angelo Mannino per partecipazione all’associazione mafiosa, Agostino Carollo e Amedeo Sorvillo, entrambi responsabili di trasferimento fraudolento di valori aggravato, per essersi fittiziamente intestati la titolarità delle quote sociali della EU.TE.CO., così da consentire al Liga l’elusione delle disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione. Si è inoltre proceduto al sequestro preventivo delle quote del capitale sociale della società. Le investigazioni dei finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, a partire dal mese di marzo 2006, seguendo molteplici filoni di indagine, hanno portato prima (settembre 2008) all’arresto dell’avvocato Marcello Trapani, legale di fiducia dei Lo Piccolo e oggi collaboratore di giustizia, poi, nel novembre 2009, all’esecuzione di un fermo per associazione mafiosa ed estorsione nei confronti di Giuseppe Provenzano, uomo di fiducia della “famiglia” Lo Piccolo assurto al ruolo di vice-capo del mandamento di Tommaso Natale, e infine, il 21 dicembre scorso, all’arresto per mafia ed estorsione di quattro esponenti del mandamento. Gli accertamenti hanno evidenziato che, nel vuoto di potere creatosi a seguito dell’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo prima, e di Calogero Lo Piccolo poi, si è affermata, dalla metà del 2008, la figura dell’insospettabile Giuseppe Liga, architetto e imprenditore di professione. L’uomo, se in passato aveva svolto un ruolo di contiguità con l’organizzazione mafiosa, intrattenendo anche rapporti diretti ed epistolari (i “pizzini”) con gli allora latitanti Lo Piccolo, si è poi occupato della ricostituzione della famiglia e del mandamento mafioso di Tommaso Natale, falcidiato dagli arresti, avvalendosi della collaborazione, tra gli altri, di Giuseppe Provenzano e Giovanni Angelo Mannino. L’analisi dei “pizzini” sequestrati ai Lo Piccolo al momento dell’arresto ha rivelato come Liga svolgesse un ruolo di cura degli affari e degli interessi, per lo più nel settore edile, della famiglia mafiosa, dedicandosi anche alla raccolta dei proventi delle attività estorsive. Tutti questi elementi trovano riscontro nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Isidoro Cracolici, che indicava, fin dal 1998, Liga come soggetto vicino alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale–San Lorenzo, definendolo la “mente finanziaria” dei Lo Piccolo.