Polizia: la Gendarmeria Vaticana entra nell’Interpol

Paola Fusco

La Gendarmeria vaticana aderirà all’Interpol. Già da due anni partecipa con un suo rappresentante ai lavori dell’Ocse, mentre è allo studio un accordo di cooperazione con la Polizia italiana. Attualmente la Gendarmeria è composta di 160 effettivi, tutti di nazionalità italiana che, sul territorio italiano, garantiscono la protezione del Papa in collaborazione con l’Ispettorato generale di Pubblica sicurezza presso il Vaticano, mentre fuori dall’Italia, collaborano con la polizia dei vari Paesi che ospitano il Pontefice. Il Corpo ha personale altamente specializzato in azioni antiterrorismo, antisabotaggio e in tutte le principali attività di prevenzione, ma ha anche esperti nel settore informatico e nella videovigilanza. La nascita della Gendarmeria risale al 1816, quando Pio VII, per ristrutturare i precedenti servizi di ordine pubblico, di sicurezza e di polizia giudiziaria già esistenti nello Stato Pontificio, creò il Corpo dei Carabinieri Pontifici, denominazione cambiata nel 1850 dal beato Pio IX, prima in ”Veliti Pontifici”, poi in Gendarmeria pontificia. Dopo il 1870, con la fine del potere temporale della Chiesa, anche la sicurezza interna della Città del Vaticano andò incontro a una riorganizzazione. Successivamente però fu ricreato un corpo che aveva il compito di garantire la sicurezza all’interno della Città del Vaticano; nel 1971 Paolo VI sciolse tutti i corpi militari del Vaticano e l’antica gendarmeria venne sostituita dall’ufficio di vigilanza del Vaticano che divenne successivamente il Corpo di vigilanza della Città del Vaticano e che nel 1991, assunse la denominazione attuale. Compito del Corpo è prendersi cura della sicurezza e dell’ordine pubblico, svolgere i compiti istituzionali di polizia, inclusi quelli di frontiera, così come quelli della polizia giudiziaria e tributaria, per la sicurezza dei luoghi e delle persone.