Pordenone: arrestato Giosuè Ruotolo

Francesco Giugni

E’ stato arrestato a Pordenone il militare Giosuè Ruotolo per l’omicidio dei due fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza. La fidanzata del presunto killer Rosanna Patrone, accusata di favoreggiamento, è invece agli arresti domiciliari.

Ruotolo è stato prelevato dalla caserma Mittica della Brigata Ariete dove lavorava ed è stato tradotto nel carcere di Belluno.

Il gip del Tribunale di Pordenone Alberto Rossi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare su disposizione dei pubblici ministeri Campagnaro e Vallerin nei confronti del militare ventiseienne.

La sera del 17 marzo 2015 qualcuno sparò tre colpi a Trifone e due proiettili a Teresa nella loro auto che si trovava nel parcheggio antistante la palestra dalla quale erano usciti insieme.

Ragone era un ragazzo atletico con la passione per il body building mentre Teresa, bionda con gli occhi azzurri, lavorava come assicuratrice. La relazione tra i due era iniziata due anni prima, nel dicembre 2013, come risulta da un post su Facebook.

Secondo gli investigatori Ruotolo avrebbe ucciso la coppia dopo una lite: Ragone avrebbe infatti scoperto che l’amico, servendosi di un falso profilo Facebook , scriveva a Teresa spacciandosi per la sua ex fidanzata, e avvisandola dei continui tradimenti di lui.

Secondo Nicodemo Gentile, avvocato dei Ragone, il provvedimento era atteso da tempo, considerato il quadro indiziario a carico di Ruotolo molto grave. L’avvocato Roberto Rigoni Stern invece si è dichiarato molto sorpreso dell’arresto del suo assistito.

Durante la conferenza stampa della tarda mattinata di ieri, il comandante provinciale dell’Arma di Pordenone, il colonnello Mario Polito, ha sottolineato il grande sforzo del Reparto investigativo coordinato dal capitano Pierluigi Grosseto e il prezioso contributo del Ris di Parma che, nel giro di 24 ore dal ritrovamento della pistola nel laghetto, ha permesso di stabilire con certezza che si trattava dell’arma del delitto. Il comandante ha evidenziato il ruolo dei sommozzatori di Genova che hanno compiuto le ricerche nel laghetto di San Valentino dando una svolta importante alle indagini.

Il procuratore Martani e l’Arma dei carabinieri di Somma Vesuviana (Napoli) hanno ricordato i numerosi rilievi compiuti per individuare le responsabilità di Rosanna Patrone e nell’abitazione di Ruotolo. Un indizio importante è arrivato inoltre dalle registrazioni che hanno consentito l’identificazione dell’auto (una A3) del militare, riconoscibile – sebbene la targa non si leggesse – dal faro bruciato e dal pupazzetto di peluche sul cruscotto. E’ stata rivelata da Martani, inoltre, la presenza di un testimone chiave, un atleta che si stava allenando vicino al palazzetto dello sport quando le due vittime sono salite in macchina in via Amendola.