Promossi, ma senza aumento

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Promozioni senza aumenti di stipendio. Il caporale passa al grado di caporal maggiore senza un euro in più. Ma anche il vicecommissario promosso commissario, il questore diventato prefetto o il tenente colonnello approdato alle tre stelle del colonnello, uno dei passaggi più remunerati con circa 350 euro netti in più in busta paga. Tutti senza un euro in più visto che nel triennio 2011-2013, secondo l’art. 9 comma 21 della manovra, "le progressioni di carriera hanno effetto – dice la norma – ai fini esclusivamente giuridici". Disposizione che riguarda le categorie contrattualizzate del pubblico impiego ma che colpisce, in particolare, forze dell’ordine e militari, circa 650mila persone. Ed è giocoforza che nella maggioranza dei casi scatto e promozione agognati siano inferiori a cento euro lordi. In agitazione il Cocer Esercito, la Consulta Sicurezza costituita dal Sap (Polizia di Stato) di Nicola Tanzi, Sappe (Polizia Penitenziaria) e Sapaf (Corpo Forestale dello Stato). Lo stop agli aumenti di stipendio legati agli avanzamenti di grado può produrre casi incredibili. La norma che prevede la promozione per i caduti in caso di guerra, applicata alle vittime nelle missioni all’estero, non potrebbe essere applicata, per esempio. Bloccati gli stipendi nei prossimi tre anni a un livello comunque non superiore a quello del 2010, può accadere poi un altro caso aberrante. Nell’Esercito si diventa marescialli per concorso, provenienti dai ruoli militari – caporal maggiore o sergente – oppure dai civili. Ma c’è una differenza tra chi oggi farà la selezione e diventerà maresciallo: se civile, prenderà la busta paga del grado; se militare, in base al blocco, dovrà continuare a percepire la retribuzione attuale. Due marescialli di pari anzianità, insomma, ma con due stipendi diversi.