Prostituzione, controlli di Polizia e psicologhe

Paola Fusco
Anche l’approccio psicologico nella strategia della Questura di Roma per il contrasto al fenomeno
della prostituzione. A scendere in campo, insieme agli uomini delle Volanti e dei commissariati, sono state le psicologhe Giorgia Minotti e Rita Staccone di via San Vitale, alle quali è stato affidato il compito di sottoporre alle prostitute consenzienti interviste informative per un attento studio delle
dinamiche del fenomeno. Nazionalita’, tempo di permanenza in Italia, eventuale situazione familiare, margine di guadagno e motivazioni del meretricio sono i focus su cui si sono concentrate le specialiste della psicologia applicata all’ attivita’ di polizia. Prevalentemente provenienti dalla Romania, alcune delle donne fermate sono ragazze madri. In questi casi i bambini nella maggior parte dei casi sono affidati alle famiglie d’ origine che vivono in Romania. Tra loro c’ e’ chi resta in Italia poche settimane e chi invece vi si stabilisce. Proprio in relazione alle famiglie emerge un ulteriore
spaccato. I parenti delle intervistate in numerosi casi sono infatti a conoscenza dell’ "attivita’" svolta in Italia dalle donne, ma, anche se non condividendo, la tollerano a fronte dei benefici economici che indirettamente ricavano. In media, secondo quanto dichiarato, il guadagno di ciascuna si aggira tra i 5.000 e i 7.000 euro al mese. Proprio per questo motivo le intervistate hanno dichiarato che non smetterebbero di praticare il meretricio, se non per un’ attivita’ piu’ redditizia, e comunque non nell’immediatezza. In pochi casi emerge una condizione di sfruttamento, su cui gli organi investigativi si sono gia’ attivati. Poche sono invece le donne, tra quelle intervistate, che intrattengono relazioni sentimentali in Italia. In molti casi il meretricio rappresenta dunque una vera e propria scelta di vita,
al punto che, da quanto e’ emerso, molte sembrano aver anche rifiutato un’ occupazione come colf e badanti, con una retribuzione superiore ai mille euro al mese. Quanto al background lavorativo, qualcuna ha dichiarato di essersi gia’ prostituita in Spagna, o di aver comunque lavorato in locali a luci rosse in Germania o in altri Paesi europei. In Italia arrivano in genere attraverso il passaparola con le amiche, perche’ tra loro "gira la voce" che con questo lavoro e’ possibile guadagnare tanto.
Nessuna premeditazione anche nella scelta dei luoghi o delle strade in cui prostituirsi. Spesso e’ casuale, o viene individuata perche’, sempre con il metodo del passaparola, si viene a sapere che lungo quella strada c’ e’ un posto libero. E’ questo lo spaccato delineato nel corso dei servizi pianificati e attuati nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando venticinque equipaggi della Questura, coordinati nei diversi quadranti orari da Lucia Muscari dell’ Ufficio Prevenzione Generale, e da Maria Sironi, dirigente del commissariato Spinaceto. Sono 82 le prostitute fermate nella zona della Salaria, di via Prenestina, di via Prati Fiscali, viale della Primavera, a conclusione di una serie di blitz effettuati con una strategia a macchia di leopardo e sulla base della mappatura del fenomeno
delineato alla luce dell’ attivita’ del controllo del territorio e delle segnalazioni pervenute dai cittadini. A finalizzare l’ attivita’ operativa, in linea con l’ azione di rete che ispira la politica per la sicurezza della Questura, e’ intervenuto poi l’ Ufficio Immigrazione, diretto da Maurizio Improta, che all’ esito dei riscontri effettuati nel corso dell’ intera giornata di domenica, ha provveduto alla istruttoria
che ha condotto alla adozione di 37 provvedimenti di allontanamento nei confronti di altrettante cittadine romene, mentre altre 14 sono state denunciate per la violazione dello stesso provvedimento gia’ adottato a loro carico e non ottemperato. Per 15 e’ invece scattata la sanzione prevista dall’ ordinanza del sindaco. Per le altre fermate, per le quali non sono emersi profili di irregolarita’ in relazione alla permanenza sul territorio nazionale, e’ al vaglio l’ adozione di ulteriori misure di prevenzione.