Ramòn Campayo: la memoria al servizio delle indagini

Gian Luca Berruti

Si è trattato di una kermesse fra i migliori cervelli del mondo (perlomeno di quelli che sono in grado di immagazzinare una gran mole di dati per poi riproporli in maniera velocissima).Ramòn Campayo, è questo il nome del campione mondiale, non ha l’aspetto del classico “cervellone”, dimostra meno dei suoi 46 anni, ha la parlantina veloce, le idee molto chiare e si presenta semplicemente in jeans e maglietta.

Nel suo Paese è molto conosciuto, così come lo è in America Latina, e basta vederlo all’opera nei suoi giochi (come quello di calcolare la radice quadrata di un numero a cinque cifre e fare lo stesso in maniera inversa ) per capire il perché.Il “Corriere della Sicurezza” lo ha intervistato anche per comprendere quali siano i campi di applicazione dei suoi metodi per chi svolge attività di polizia e Campayo ci ha svelato cose molto interessanti.

D.  Signor Campayo, in un mondo dove PC sempre più veloci e sempre più potenti sembrano poter sostituire le capacità umane, che effetto le fa essere paragonato ad un “uomo-computer”?

R.   Bene, non c’è alcun dubbio che l’uomo non possa competere in velocità con i computer. Tuttavia, anche lavorando sulla cura del proprio fisico, mens sana in corpore sano come dicevano i latini, si possono raggiungere risultati incredibili. Essere paragonato ad un “uomo-computer? Ci sono abituato.

D.  Sappiamo che lei gestisce una scuola ove si apprendono tecniche per migliorare le capacità della memoria individuale ma, secondo lei, per quanto tempo ancora l’essere umano con la sua mente riuscirà a prevalere sulle memorie elettroniche dei PC? Esiste un rischio in questo senso considerato che, al contrario degli uomini, i processori sono in grado di raddoppiare le loro capacità iniziali nel giro di soli 18 mesi?

R.   Come ho detto prima l’uomo non può competere con le memorie elettroniche dei computer, ma può riuscire ad immagazzinare una mole di dati che nemmeno immagina. La mente umana possiede capacità incredibili e, in proporzione, può essere allenata con un profitto migliore rispetto a quanto un atleta riesca ad allenare il proprio corpo. Sul campo della memoria umana, però, c’è ancora molto da comprendere, specialmente se consideriamo che in questo momento nel mondo ci sono solo 20 persone in grado di ricordare un numero binario composto da 36 cifre. 

D. Svolgendo attività di insegnamento sulle capacità della memoria umana, quanto margine di ampliamento crede possa avere l’uomo sia pur considerandone la sua stessa evoluzione?

R.   Sono convinto, anche perché lo vedo con i miei stessi allievi, che la mente umana può essere sviluppata in maniera incredibile quanto imprevista. Questa stessa capacità di sviluppo veniva già ricercata nell’antichità se è vero che i romani usavano un gioco nel quale mettevano, in otto diverse stanze, otto diversi oggetti e poi si sfidavano nel ricordare dove fossero. Oggi, ovviamente, si sfruttano altre tecniche, anche divertenti, con le quali si può in breve tempo aumentare le proprie capacità mnemoniche anche di tre volte.

D.   Conduciamo una vita che sembra essere sempre più oberata di impegni e di stress, tutti fattori che, inevitabilmente, finiscono con il limitare la nostra memoria anche nelle cose più semplici o ripetitive. Che consiglio si sente di darci per preservare le nostre capacità nel ricordare?

R.   Ovviamente uno stile di vita sano è fondamentale per avere, oltre ad un fisico atletico, una mente “atletica”. I ritmi della vita moderna, con tutte le sue fonti di stress, però, sono spesso inevitabili per questo ho messo a punto delle tecniche che tendono a preservare le nostre capacità di immagazzinare i nostri ricordi e di richiamarli nel momento più opportuno. Di queste tecniche ne ho parlato proprio nel mio ultimo libro: “Sviluppare una mente prodigiosa”, che in breve tempo è divenuto un vero e proprio best seller (in Italia è appena uscito e viene distribuito dalla Lora Edizioni n.d.r.).
 
D. Lei crede che le tecniche di memorizzazione, come quelle di lettura rapida, possano essere fruttuosamente messe a punto ed apprese anche per chi svolge un’attività di polizia? 

R.  Chiaro che si! Provi solo ad immaginare il perché i data-base delle forze di polizia siano fra i più completi ed efficienti al mondo. E’ noto che per avviare e concludere un’indagine possa rivelarsi fondamentale incrociare una gran mole di dati, e questa è una cosa che le polizie fanno ogni giorno in ogni parte della terra. Ovviamente un uomo non potrà mai sostituire un data-base, ma provi solo ad immaginare un operatore di polizia che sia in grado di richiamare alla sua memoria facce, circostanze e situazioni e che riesca farlo in pochi istanti. Pensi che capacità di reazione e decisionali può acquisire un poliziotto così, e non sto parlando di un “Robocop” ma solo di una persona normalissima ma che, però, fa un lavoro particolare ed a cui può servire un supporto mnemonico particolare.
Per questo mi piacerebbe molto lavorare con le varie polizie, sono certo che un reciproco scambio potrebbe dare molto  in termini di efficienza e di sicurezza.

D.  Una domanda un po’ invadente: la seconda classificata al “Campionato Mondiale di Memoria Rapida”, oltre ad essere una sua connazionale, è sua moglie Maria Jesus. Ci domandiamo se, anche a casa, trovate spunti di sfida per le vostre brillanti capacità mnemoniche. Insomma, esiste una sorta di competizione continua tra voi a chi ricorda meglio o di più?

R.  No, in casa non esiste alcuna forma di competizione. Mia moglie Maria Jesus ben conosce le mie capacità nel campo e mai accetterebbe che la facessi vincere in competizione, se ne accorgerebbe, si offenderebbe e non accetterebbe di vincere così. Mia moglie, tra l’altro, è dall’edizione 2005 che si classificata 2^ al Campionato del Mondo di “Memoria Rapida”. Ovviamente anche lei è una mia allieva che ha saputo allenare le sue capacità sino a questi livelli, come mio allievo è anche il 3° classificato, Pedro Correa.

D.    Visto che siamo un po’ entrati all’interno del vostro menage familiare non possiamo non porgere quest’ultima domanda: ma quanto è orgogliosa la Sig.ra Maria Jesus di avere accanto a sé un marito-campione e quanto, invece, le brucia per esser stata proprio lei battuta sul classico filo di lana?

R.   Mia moglie è molto orgogliosa delle mie attività ed anche di questi miei successi “agonistici”. Riconosce la mia superiorità, non le brucia di perdere, ma non manca occasione per continuare ad allenarsi al meglio. Per quanto mi riguarda ricordo con piacere un mio breve periodi di permanenza in Costarica, paese nel quale, in un convegno lì organizzato, affermai che grazie alle mie tecniche avrei consentito alla gente di apprendere l’inglese in soli sette giorni. Vinsi quella sfida e dimostrai che moltissima gente c’era riuscita, la cosa finì subito in televisione e vennero raccolte 500.000 firme di altrettante persone che mi chiedevano di trasferirmi nel loro Paese.


Quelle tecniche di apprendimento, che così tanto interesse hanno destato in Costarica, sono state descritte in un’altra mio lavoro: “Impara l’inglese in 7 giorni” che attualmente in Russia è il libro più venduto.