Riciclaggio di denaro verso la Cina

Stefano Serafini

   Attraverso alcune perquisizioni in agenzie di money transfer i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze hanno sequestrato 3 milioni e 800mila euro in contanti destinati ad essere trasferiti in Cina ed effettuati da alcuni clienti delle agenzie stesse nei soli 2 giorni precedenti all’intervento. L’operazione, delegata dalla Procura della Repubblica di Firenze e chiamata dagli investigatori “Muraglia”, è stata eseguita a Prato e nel capoluogo toscano nell’ambito di alcune indagini finalizzate al contrasto del riciclaggio di denaro e dell’illecito trasferimento di valori. Durante l’intervento sono stati identificati 13 soggetti (tutti denunciati all’Autorità Giudiziaria), che si apprestavano ad inviare denaro in Cina oltre i limiti consentiti dalla normativa vigente. Anche rappresentanti delle agenzie di money transfer e dell’intermediario nazionale a cui quest’ultime facevano capo, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Firenze per i reati di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.L’odierna operazione delle Fiamme Gialle fiorentine si ricollega ad una analoga attività di polizia tributaria svoltasi lo scorso mese di luglio, periodo nel quale gli investigatori riscontrarono uno sproporzionato aumento del numero delle rimesse, nonché del loro valore complessivo da parte delle predette agenzie. Tale aumento, infatti, è risultato di molto superiore (+1.300%) rispetto ai valori riferiti al precedente trimestre e la costante azione di monitoraggio economico- finanziario del territorio effettuata dai militari della Guardia di Finanza non ci ha impiegato molto tempo per evidenziarne le dimensioni. I successivi approfondimenti investigativi svolti, infatti, hanno permesso di confermare l’anomala operatività di una struttura criminale che ha utilizzato in maniera artificiosa il sistema del “frazionamento” delle rimesse come tecnica per aggirare la normativa antiriciclaggio nazionale. A tale evidenza, va anche affiancata la sistematica disattenzione degli obblighi di identificazione e di adeguata verifica della clientela da parte delle agenzie controllate, nonché di registrazione delle operazioni in appositi archivi. In tale contesto fraudolento i finanzieri hanno anche riscontrato la presenza di migliaia di operazioni – giornalmente registrate sotto i nomi di ignari o inesistenti cittadini cinesi – da parte di coloro che, effettivamente, si recavano presso le agenzie e che, nella realtà, si sostanziavano in poche decine di persone con indosso grandi quantità di denaro contante (fra i 20mila e i 100mila euro), così come gli stessi militari hanno potuto constatare all’atto dell’operazione. Il sistema utilizzato dai responsabili è tecnicamente conosciuto col nome di “smurfing” ed è oggetto di specifica e costante attenzione investigativa da parte dei Reparti del Corpo. Lo “smurfing”, infatti, rappresenta un pericoloso quanto insidioso strumento di riciclaggio che permette ad alcune organizzazioni criminali di occultare la reale provenienza delle loro ingenti disponibilità finanziarie (es. frodi fiscali o contraffazione dei marchi di fabbrica), sviandone origine e riferibilità di tali somme grazie all’utilizzo di canali alternativi a quelli bancari come, per l’appunto, le agenzie di  money transfer.