Roma: al Collatino omicidio sotto effetto di stupefacenti

Francesco Giugni

 

Luca Varani, ucciso nella casa di Manuel Foffo  dallo stesso Foffo e da Marco Prato durante un incontro a base di alcol e cocaina, sarebbe forse morto per le ferite e le sevizie subite e non per la coltellata al cuore secondo i risultati dell’autopsia.

Nel corso dell’interrogatorio i due assassini si sono accusati a vicenda su chi avesse inferto la pugnalata decisiva.

Dalle indagini della Procura sono emersi dettagli agghiaccianti: i due killer infatti, dopo aver assassinato il ragazzo, si sarebbero addormentati sul letto accanto al corpo senza vita.

Foffo successivamente ha confessato il delitto al padre mentre Prato ha tentato il suicidio in una camera d’albergo.

La ricostruzione dei fatti di Manuel, che si è assunto la responsabilità palese del crimine, secondo gli investigatori risulta credibile.

Manuel Foffo , 30 anni studente fuori corso, e Marco Prato, 29 anni organizzatore di eventi, hanno ricercato a lungo il profilo giusto della persona da “sacrificare”. Luca Varani era la vittima giusta: debole e manipolabile di carattere, abituato a frequentazioni borderline tanto da accettare la proposta dei due di partecipare a un incontro sessuale a base di alcol e droga in cambio di 120 euro.

Il corpo del ragazzo non è stato risparmiato dai due: prima una martellata in testa, per stordirlo, e poi un fendente alla gola per impedirgli di gridare. Lo hanno torturato, quindi, con numerosi tagli e alcune martellate al fine di frantumargli le ossa delle mani e un probabile decisivo fendente al cuore.

Gli inquirenti sono in attesa dei risultati degli esami tossicologici sul cadavere e sugli assassini per cercare di capire cosa avessero assunto.

Nell’appartamento di via Igino Giordani erano presenti, prima dell’omicidio, anche altri due giovani, Giacomo e Alex, che molto presto saranno interrogati.

Particolare  è  il messaggio inviato al fratello di Manuel Foffo, Roberto, scritto da Prato ,che si era impossessato del telefono dell’amico, per invitarlo al “festino” preannunciandogli la presenza di un trans.

Roberto però, ha richiamato il fratello non solo per rifiutare l’invito ma anche per rimproverarlo, senza poter comunque immaginare quello che stava accadendo né comprendendo le condizioni in cui si trovavano i due.