Roma, clamorosa evasione dal carcere di Rebibbia: fuggiti tre pericolosi detenuti albanesi

Roberto Imbastaro

Clamorosa evasione, all’alba di oggi, dal carcere romano di Rebibbia. 

“Tre detenuti albanesi, ristretti nella Sezione G9 di Rebibbia, sono fuggiti dopo avere scavalcato il muro di cinta, favoriti dal mancato funzionamento del sistema anti-scavalcamento e dal fatto che non ci sono le sentinelle della Polizia Penitenziaria sul muro di cinta. Un fatto grave, che preoccupa per lo spessore criminale dei tre evasi”, denuncia Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “I tre sono un ergastolano per omicidio, il secondo con un fine pena 2020 per estorsione e sfruttamento della prostituzione e un terzo con fine pena 2041 per tentato omicidio. Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dei tre, che spero venga presi quanto prima. Questa evasione è la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno".

“Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano. Per il Giubileo tutti i Corpi di Polizia hanno avuto assunzioni meno la Polizia Penitenziaria, già sfiancata dal mancato ripianamento degli organici per gli intervenuti pensionamenti. Ma si devono anche finanziare gli interventi per far funzionare i sistemi anti-scavalcamento, che in questo caso a Rebibbia non è funzionato, e potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Smembrare la sicurezza interna con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui ”, conclude il leader nazionale del SAPPE.