Sen. Bricolo: “Interventi concreti ed efficaci per il Paese”

Paola Fusco

All’indomani del voto in Senato che ha dato il via libera al decreto legge sulla sicurezza, Federico Bricolo, presidente del gruppo Lega Nord a Palazzo Madama, esprime soddisfazione per il risultato conseguito dall’esecutivo: “Questo Governo, nel primo Consiglio dei ministri dopo il suo insediamento, rispettando le promesse fatte in campagna elettorale, ha varato nuove norme di contrasto alla criminalità” ha commentato. “Questo è il primo provvedimento che, con il disegno di legge che andremo ad approvare entro il mese di luglio, ci permetterà finalmente di cambiare radicalmente le cose, garantendo espulsioni certe dei clandestini che vivono nel nostro Paese e contrastando i flussi migratori in entrata”. Bricolo ha sottolineato alcuni contenuti del “pacchetto” sicurezza, in particolare quelli relativi all’immigrazione e alla criminalità organizzata: “Abbiamo cambiato l’articolo 416-bis del Codice penale, che colpisce le associazioni criminali di stampo mafioso, estendendo l’applicazione della norma anche alle mafie straniere. Finalmente le mafie maghrebine, albanesi, cinesi e slave, che ormai da tempo si sono radicate soprattutto nelle città del Nord, saranno colpite e contrastate come la mafia siciliana, la camorra e la ‘ndrangheta. Grazie all’approvazione di un nostro ordine del giorno inizieremo finalmente a difendere i nostri confini: le Forze armate saranno utilizzate anche per il contrasto in mare dei clandestini, come da tempo già fanno Spagna e Malta. Non saremo più l’unico Paese che soccorre tutti, accoglie tutti, fa entrare tutti. Si tratta di interventi concreti, efficaci, per ritornare finalmente ad essere padroni a casa nostra”. Il senatore, a conclusione del suo intervento in aula, non ha nascosto una certa amarezza per aver visto sfumare i progetti di dialogo tra gli schieramenti: “Noi abbiamo voluto aprire la porta del dialogo per arrivare a soluzioni condivise per cambiare questo Paese, dispiace dunque vedere l’opposizione chiudere questa porta, riproponendo il muro contro muro, la lotta senza se e senza ma al Governo, minacciando ostruzionismo in Parlamento e nuove lotte di piazza”.