Sit-in del Sappe davanti al penitenziario di S.Maria Capua Vetere per la tutela della Polizia Penitenziaria

redazione

Domani, mercoledì 17 giugno 2020, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE terrà un sit-in e manifestazione di protesta, dalle 9 alle 13, dopo i gravi fatti accaduti nel carcere di S.Maria Capua Vetere, con la spettacolarizzazione di atti giudiziari consegnati per strada ad alcune decine e decine di poliziotti in servizio.

Presenzierà il Segretario Generale Donato Capece, già da alcuni giorni nella città sammaritana, insieme ai delegati sindacali nazionali e regionali del SAPPE: “Ormai i fatti sono noti: la procedura adottata in maniera assolutamente inopportuna da alcuni militi dell’Arma dei Carabinieri ha offeso l’immagine istituzionale di uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato quale è la Polizia Penitenziaria. Uomini delle Istituzioni in divisa bloccati come delinquenti davanti alla propria sede di lavoro e alla presenza dei familiari dei detenuti. Una dignità umana e professionale massacrate, il tutto per la semplice acquisizione dei telefonini e notifica degli atti dell’indagine in corso. Una privacy violata, servizi essenziali interrotti. Noi ribadiremo la nostra assoluta fiducia nella magistratura ma, contestualmente, denunceremo le nuove gravi violenze contro i poliziotti del carcere, feriti e colpiti con calci e pugni da ristretti che evidentemente pensa di godere di una sorta di impunità per il loro comportamento aggressivo che mina sistematicamente l’ordine e la sicurezza interna. Il SAPPE dice basta! Domani, mercoledì 17 giugno 2020, saremo, dalle 9 alle 13, in piazza davanti al carcere di S.Maria Capua Vetere a gridare la nostra rabbia e per chiedere tutele contro le costanti e continue aggressioni, fisiche e verbali, ai poliziotti penitenziari che sempre più spesso, a S.Maria Capua Vetere, sono feriti, contusi, aggrediti (anche verbalmente), offesi, umiliati dai detenuti.”

“L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, lo ripeto, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece. “Ripeto quel che ho già detto: non entro nel merito delle accuse formulate ad alcuni appartenenti al Corpo. Ma, ferma restando la garanzia costituzionale della presunzione di innocenza, dico che è inaccettabile questo clima di violenza e sospetto contro la Polizia Penitenziaria, alimentato dai tanti che soffrono di strabismo quando parlano di garanzie…