Somalia: mercantile ancora nelle mani dei pirati

Paola Fusco

Prosegue l’odissea del “Faina”, il mercantile ucraino battente bandiera del Belize che da venerdì scorso si trova nelle mani dei pirati somali, insieme ai venti membri superstiti dell’equipaggio e al suo carico di armi, tra cui 33 tank ‘T-2’. Il bastimento è sempre circondato da almeno tre unità da guerra straniere, tra cui il cacciatorpediniere statunitense “Howard”, che però non possono avvicinarsi troppo per non mettere a repentaglio la vita degli ostaggi; uno di loro, il capitano, è già deceduto a causa delle complicanze di un’imprecisata malattia da cui era affetto. Sul cargo ucraino l’atmosfera sembra comunque farsi sempre più tesa per i predoni braccati. Stando infatti ad Andrew Mwangura, portavoce del Programma di Assistenza istituito presso l’Associazione degli Operatori Marittimi dell’Africa Orientale, tra i circa cinquanta malviventi sarebbe scoppiata una furibonda lite su che cosa fare del carico, e soprattutto dei prigionieri: il confronto tra fazioni avverse sarebbe degenerato in una sparatoria, costata la vita a tre contendenti. "I radicali non vogliono dare retta a nessuno. I moderati vogliono fare marcia indietro", ha spiegato Mwangura da Nairobi. "Gli americani sono vicini, e così a bordo tutti sono nervosi. C’è stato uno scontro a fuoco e tre pirati sono rimasti uccisi". Dalla stessa nave un portavoce degli assalitori, Sugule Ali, via telefono satellitare ha tuttavia smentito ogni cosa. "Siamo uniti come prima, tra noi non c’è stato alcun  combattimento", ha tagliato corto.