Spamming, Italia al quinto posto Ue

Riccardo Fraddosio

  Se si fa una ricerca su wikipedia, alla voce "spamming" viene data la seguente definizione: "Fare spam consiste nell’invio di grandi quantità di messaggi indesiderati, generalmente commerciali, che può essere messo in atto mandando e-mail attraverso internet". Enunciato così il problema appare risolvibile con un semplice colpo di clic sul mouse del nostro computer, un leggero fastidio, che consiste nell’eliminare la parte malaccetta della nostra posta elettronica. Ma se si esamina la questione più a fondo si scopre che molto spesso lo spamming è veicolo di virus e del ben più insidioso phishing, l’attività attraverso cui l’aggressore si impossessa dei dati sensibili della vittima per violare, per esempio, il suo conto corrente personale. E se poi ci si documenta anche sui numeri, vengono fuori cifre esorbitanti: i danni fatti dallo spamming nel solo 2007 sono stimati dagli esperti in 200 miliardi di dollari. L’Italia, fra i paesi più bersagliati dal fenomeno, si colloca al quinto posto in Europa, immediatamente dopo Regno Unito, Portogallo, Spagna e Francia. Per non parlare, poi, degli Stati Uniti, nei quali si calcola che lo spam abbia fatto 71 miliardi di danni agli utenti. Questo è l’esito di un’indagine condotta da McAfee, l’azienda che opera nel campo della security informatica. La tecnica usata dai cybercriminali è facile da mettere in pratica e si basa sul fatto che per accedere a moltissimi siti occorre inserire la propria e-mail con la relativa password. I pirati entrano in questi siti e si impossessano dei dati sensibili degli utenti, e quindi, in un secondo momento, procedono con lo spamming. Ogni giorno internet è attraversato da 121 miliardi di messaggi spam. Secondo lo Spam Report di Symantec del mese di ottobre "i maggiori trend degli spammer sono la recente crisi economica e i tagli di interesse, le campagne elettorali, le prossime festività e le vacanze", le quali rappresentano un’occasione imperdibile per i cybercriminali desiderosi di incrementare le loro azioni nei confronti di "coloro che si accingono a fare shopping per parenti, amici, colleghi e conoscenti". Essenziale per proteggersi da eventuali attacchi sono l’uso di una password sicura di lettere e numeri, un buon antivirus e, infine, il diffidare delle e-mail che chiedono dati anagrafici o di conto corrente. Anche quando questi provengono dalla propria banca, perché gli istituti di credito, se non sono stati previamente autorizzati, non inviano mail con informazioni riservate. Un discorso a sé va fatto invece per le famigerate "e-mail nigeriane", che tanto terrorizzano l’universo del web: il trucco in questo caso sta nel richiedere i dati alla vittima col pretesto di un’ipotetica e generosa eredità proveniente da un lontano parente. Anche qui è bene cestinare. Certo, evitare i siti controllati dagli spammer è praticamente impossibile, ma si sa con certezza che quelli grandi sono dotati di sofisticati sistemi di protezione e quindi difficilmente violabili, mentre quelli più piccoli, viceversa, sono più a rischio. Sempre McAfee, infine, ha rilevato che le pagine online più prese di mira sono quelle dei giochi, delle grandi compagnie aeree e, come del resto è già noto, quelle cosiddette "per adulti".