Telefono Rosa, nel 2009 a Roma 1.300 richieste di aiuto

Paola Fusco
Oltre 1.300 richieste di aiuto da parte di donne per violenze subite da uomini e Telefono Rosa
si mobilita, lanciando un appello attraverso una campagna di adesioni sia via mail (telefonorosa@alice.it) sia con il social network Facebook con il gruppo "Aboliamo i benefici per reati di violenza contro le donne". L’obiettivo della campagna è chiedere al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che coloro i quali si macchiano di reati di violenza contro le donne non possano mai più godere di alcun beneficio. Questo il testo dell’appello firmato dalla presidente di Telefono Rosa, Gabriella Moscatelli: ”Cari Amici e Amiche, riteniamo che chi commette reati di violenza contro le donne non debba poter usufruire di nessun beneficio. La pena deve essere scontata interamente! L’atteggiamento di indulgenza nei confronti di un violento è un messaggio negativo per i giovani, una gravissima mancanza di rispetto per le vittime e le loro famiglie e un segnale terribile per quelle donne che stanno trovando la forza di denunciare le violenze che subiscono ogni giorno. Chiediamo a tutti di aderire alla campagna "Aboliamo i benefici per chi commette reati di violenza contro le donne". Le ragioni di questa iniziativa – dice la presidente – partono da una drammatica riflessione: nel mese di agosto abbiamo ricevuto una quantità impressionante di richieste di aiuto. Proprio qualche giorno fa abbiamo elaborato i dati dal 1° gennaio al 31 luglio 2009: solo da Roma e Provincia hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa circa milletrecento donne. Un numero impressionante e che mai era stato così alto in 23 anni di attività della nostra Associazione. E proprio mentre noi raccogliamo dati così allarmanti, il segnale che viene dato alla società civile è la liberazione di un uomo che non
ha avuto pietà due giovanissime ragazze. Se non cambiamo le normativa – conclude Moscatelli – rendendola più rigida e rigorosa nella certezza e nella durata della pena, l’Italia è destinata a vedere peggiorare il dramma sociale della violenza sulle donne”.