Torino, inchiesta sui Vigili, 22 misure cautelari

Paola Fusco
Ventidue misure cautelari (sei arresti domiciliari e 16 obblighi di firma) sono state emesse dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto anche un gruppo di agenti della polizia municipale, sospettati di aver ceduto a conducenti di carri attrezzi del soccorso stradale in cambio di denaro le loro ricetrasmittenti. Le indagini, iniziate nel marzo 2009, sono derivate da segnalazioni sull’uso improprio di alcuni apparati radio, avviate attraverso il sistema dei controlli interni della
polizia municipale. Le misure cautelari hanno riguardato anche alcuni agenti per peculato e corruzione. L’inchiesta ha portato alla luce un giro di conducenti di carri attrezzi del soccorso stradale e carrozzerie che, per avvantaggiarsi nei recuperi di veicoli coinvolti in sinistri stradali ed essere sistematicamente i primi a intervenire in qualsiasi località, detenevano e utilizzavano illegittimamente apparati radio dati in uso al personale della municipale, ascoltandone le
comunicazioni di servizio. L’indagine trae origine da una preliminare informativa di reato del Nucleo di PG della polizia municipale, ove si segnalava la possibilità che radio trasmittenti, a causa di alcune anomalie riguardanti la posizione e il movimento delle stesse, potessero essere impiegate per fini non connessi al corretto loro utilizzo istituzionale. In particolare, dai controlli effettuati dal comando veniva accertato che alcuni apparati radio segnavano un movimento anomalo non riconducibile all’utilizzo istituzionale: i tracciati risultavano su celle sempre sovrapponibili a posizioni di determinati carri attrezzi di soccorso stradale. Sono emersi, dunque, gravi indizi sul fatto che i carri attrezzi, pur non avendo titolo per detenere e utilizzare gli apparati radio, fossero in ascolto delle comunicazioni della centrale operativa della Polizia Municipale di Torino, per avvantaggiarsi nel loro servizio di soccorso stradale per il recupero di veicoli coinvolti in sinistri. I gravi indizi hanno trovato, poi, riscontro laddove la movimentazione a video dei tracciati delle radio Tetra oggetto del monitoraggio coincideva con gli spostamenti su strada degli stessi carri attrezzi pedinati a vista da personale del Corpo di Polizia Municipale in stretto contatto con le unità tecniche preposte ai controlli di video tracciamento. Dai controlli, pedinamenti, appostamenti e altre indagini effettuate nei confronti dei
conducenti dei carri attrezzi sono emerse responsabilità a carico di alcuni agenti della Polizia Municipale che avrebbero ceduto in uso il proprio apparato radio ai conducenti dei carri attrezzi, per trarne illeciti vantaggi.