Urbanistica anticrimine: come pianificare la sicurezza in città

redazione

La sicurezza in città? Una questione di progettazione. E’ questa l’idea alla base dell’urbanistica anticrimine, secondo cui il contesto urbano può avere un ruolo fondamentale per garantire la pace in una città. A seconda di come siano progettate le strade, gli edifici, i quartieri, insomma, in una città i cittadini possono essere più o meno sicuri. Se la pianificazione riesce a dare vita a quartieri vitali, in cui le strade siano usate di giorno e di notte, e che ispirino ai loro abitanti un forte senso di identità, si può ottenere un ottimo risultato, che deve poi integrarsi con i tradizionali strumenti di prevenzione in mano alle forze di pubblica sicurezza e alle associazioni rappresentative della cittadinanza.

Da qualche anno, nell’Unione Europea, si è deciso di avviare un’azione comunitaria proprio in termini di urbanistica per la sicurezza.  Il paese che si è mosso più rapidamente è  la Francia, che si è addirittura dotato di una legge che stabilisce che tutti gli edifici di dimensioni superiori ad una certa quota prefissata, in fase di progettazione devono superare un apposito esame di Commissioni Dipartimentali di sicurezza. Non è un caso che proprio la Francia abbia avuto un ruolo importante nella definizione di un rapporto tecnico, che ha visto anche l’Italia in prima linea per gettare le basi di una vera e propria guida sulla “Prevenzione del crimine attraverso la pianificazione urbana”. La norma europea UNI/CEN TR 14383-2 per la pianificazione urbanistica “anticrimine” si rivolge a tutti i pianificatori urbanistici, architetti, agli amministratori e agli operatori di pubblica sicurezza.

Essa fornisce i criteri generali per l’impostazione corretta dei progetti e uno strumento operativo costituito da una check list di criteri affinché pianificazione e progettazione tengano conto della sicurezza dell’area sulla quale insistono. Un messaggio importante consiste nella raccomandazione a creare gruppi di lavoro misti tra i diversi soggetti pubblici e privati coinvolti. Scopo della norma è quello di responsabilizzare amministratori e progettisti affinché svolgano un’attenta progettazione e una corretta gestione di edifici e spazi pubblici, vale a dire strade, piazze, parchi, trasporti, quartieri residenziali, complessi di uffici, scuole, ospedali e attrezzature pubbliche.

Il concetto della pianificazione urbanistica quale strumento di prevenzione del crimine è nato negli USA nei primi anni ‘60. A teorizzarlo è un’antropologa, Jane Jacobs che proprio nel 1961 afferma: “La pace della città, delle strade e dei marciapiedi non è garantita in prima istanza dalla polizia, anche se la polizia è necessaria; è garantita da un’intricata quasi inconscia rete di controllo volontario esercitata dalla popolazione stessa sui propri quartieri”. I suoi concetti vennero approfonditi e studiati dal mondo dell’architettura, grazie al prof. Oscar Newman della Colombia University, il quale lanciò l’idea dello “spazio difendibile”. Secondo Newman, chi per primo è in grado di garantire la sicurezza è l’abitante, che tanto meglio può farlo, tanto più si trovi a vivere in contesti urbani favorevoli.

In Italia queste teorie sono state sviluppate da Labqus – laboratorio “Qualità urbana e sicurezza” – Dipartimento di Architettura e Pianificazione – Politecnico di Milano, specializzato nella progettazione orientata alla sicurezza urbana, che svolge in questo ambito attività di ricerca, consulenza e formazione. Responsabile di Labqus è la prof. Arch. Clara Cardia, che ha lavorato con Oscar Newman alla Columbia, la quale ribadisce che: “L’abitante è il primo sorvegliante spontaneo dello spazio ma va messo nelle condizioni si svolgere questa funzione”. Nel mondo esistono diversi quartieri modello. Ve ne sono in Svizzera (a Zurigo) Germania, Danimarca, Svezia e Olanda, dove gli edifici sono trasparenti e i loro affacci sono su strade animate. Addirittura a Zurigo il concetto di Jacobs è stato esasperato, mettendo a serio rischio la privacy degli abitanti.

Questi i temi in discussione oggi al convegno “Sicurezza del cittadino: la pianificazione urbanistica per la prevenzione del crimine”, organizzato dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) in Fieramilano Rho-Milano a partire dalle 14.30.

 

In particolare, nel corso dell’incontro due interventi a cura di Gian Guido Nobili di FISU (Forum Italiano Sicurezza Urbana) e di Carlo Vestrali del Comune di Reggio Emilia illustreranno, rispettivamente, la riqualificazione dell’area della Stazione ferroviaria di Reggio Emilia e il legame tra politiche urbanistiche e politiche di sicurezza dal punto di vista delle amministrazioni locali.