Usa, corte marziale per le soldatesse incinte

Paola Fusco

Potranno finire sotto corte marziale ed essere incarcerate le donne soldato impegnate in Iraq che rimarranno incinte durante la missione. La decisione è stata presa dal Generale Anthony Cucolo e riguarderà allo stesso modo l’eventuale padre, anche se si tratta del legittimo marito. L’obiettivo è quello di evitare una riduzione degli effettivi: infatti, il regolamento dell’esercito prevede che una soldatessa in stato interessante sia ritirata dal fronte entro 14 giorni dalla scoperta del suo status. La norma, entrata in vigore lo scorso 4 novembre, interessa "tutto il personale militare, e tutti i civili che sono impiegati o accompagnano i militari nel nord dell’Iraq". Il divieto si applica anche alle coppie sposate che si trovano in missione di guerra all’estero: sia marito che moglie rischiano la punizione. Il Pentagono ha poi spiegato che si tenderà ad applicarla quando la gravidanza di una militare, e il suo rientro in patria entro 14 giorni, rischierà di minare l’efficacia dell’azione di un’unità, creando "un vuoto" che solo l’invio di un altro militare potrà riempire.