Violenza sessuale, inutile la castrazione chimica

Paola Fusco

 La castrazione chimica è una falsa certezza per combattere gli stupratori”. Lo dichiara il presidente dell’associazione nazionale Funzionari di Polizia, Enzo Marco Letizia. “Il farmaco utilizzato, il ciproterone acetato, per i suoi effetti collaterali – spiega Letizia – è controindicato per chi è affetto da malattie come il cancro, l’epatite, il diabete, l’anemia, le depressioni, e per coloro che hanno meno di 18 anni poiché può arrestare lo sviluppo ed è inefficace per gli alcolisti cronici. Inoltre il farmaco non incide sulla personalità e il soggetto può continuare ad avere fantasie sessuali e perciò aumentare la sua aggressività, è un antiandrogeno che blocca il testosterone ma non determina la castrazione chimica”. Inoltre, sottolinea Letizia “il farmaco va somministrato per via orale tre volte al giorno, ma è un’utopia che lo stupratore segua il protocollo medico. Dunque va scelta la via intramuscolare da eseguire presso una struttura pubblica ogni sette giorni. Ma appena si sospende la somministrazione il testosterone viene prodotto in maggiore quantità con l’aumento della libido del violentatore”. Secondo il presidente dell’associazione Funzionari di polizia  il farmaco che realizza una effettiva castrazione chimica è la leuprolide da somministrare con una puntura intramuscolare ogni 28 giorni, che a lungo tempo provoca una atrofia testicolare. Ma il Governo – chiede Letizia – vuole la castrazione temporanea o quella definitiva? È inutile dire che sarebbero davvero pochi i soggetti che volontariamente si sottopongano alla terapia di castrazione definitiva”.