112, Bruxelles multa l’Italia

red

La Commissione europea ha deciso di adire per la seconda volta la Corte europea di giustizia contro l’Italia per non aver ancora attivato, unico fra gli Stati membri, il numero telefonico d’emergenza 112. L’Italia era già stata condannata dalla Corte per questo stesso inadempimento il 15 gennaio dello scorso anno. Il secondo ricorso in Corte è accompagnato dalla richiesta di una forte sanzione pecuniaria: l’Italia dovrà pagare 39.680 euro al giorno per tutto il tempo che sarà intercorso fra la prima e la seconda condanna della Corte, più 178.560 euro al giorno, a partire dalla seconda sentenza di condanna e fino a quando il Paese non si metterà in regola. Gli stati sono tenuti a garantire che quando una persona chiama il numero unico di emergenza europeo, il 112, da un cellulare le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza. Nel nostro paese invece chiamando il 112 rispondono i carabinieri, i quali hanno adottato una serie di provvedimenti per la realizzazione della propria struttura di risposta in lingua straniera al fine di fornire un efficiente servizio in tutte le province ai cittadini stranieri. Ma ciò non basta. Occorre realizzare un "call center laico" in grado di ricevere e inoltrare telematicamente gli allarmi alle altre centrali operative di secondo livello, quelle della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Sanitario (oltre a tutti quegli altri enti che contribuiscono alle operazioni di soccorso, quali Guardia di Finanza, Soccorso Alpino e Speleologico del Cai, Guardia Costiera, Corpo Forestale dello Stato e Polizia Locale). Questo (in sperimentazione a Varese) porterà sostanzialmente ad una forte riduzione dei tempi di intervista telefonica e di invio dei mezzi di polizia o di soccorso senza più problemi di localizzazione del chiamante. Intanto presentando alla stampa la decisione, il portavoce del commissario responsabile del settore delle Tlc, Neelie Kroes, ha osservato che "c’è della gente che muore in Italia a causa della mancata attivazione del servizio d’emergenza del 112, che permetto ai soccorsi di individuare con precisione il luogo da cui si chiama in caso di incidente". Un servizio che sarebbe particolarmente utile, ad esempio "per i turisti in Italia che potrebbero non sapere esattamente dove si trovano". "In certe situazioni, dopo un incidente, i minuti contano, perché arrivare con i soccorsi qualche minuto prima, per esempio per chi entra in coma, può fare la differenza fra sopravvivere o morire", ha sottolineato ancora il portavoce, Jonathan Todd. Finora, ha riferito Todd, le autorità italiane hanno risposto alle sollecitazioni della Commissione a dare esecuzione alla sentenza della Corte prendendo tempo. "Ci hanno sempre assicurato che stavano provvedendo, ma le assicurazioni verbali non bastano. È necessario che l’Italia attivi il servizio d’emergenza del 112 come hanno fatto tutti gli altri paesi dell’Ue", ha concluso il portavoce. In realtà il Governo ha stanziato nel 2009, con un decreto legge, 42 milioni di euro che verranno destinati a una parte degli investimenti necessari per attuare la normativa europea. La pubblicazione del decreto è avvenuta il 25 settembre 2009. Questo stanziamento sta tentato di evitare la sanzione ma siamo ancora agli incontri tra i diversi ministeri interessati. Occorre ora procedere, in fretta, ad una razionalizzazione e concentrazione delle attuali centrali operative, con investimenti tecnologici capaci di rendere la risposta alle emergenze più rapida ed efficace.