8 marzo, il Viminale in rosa

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La figura femminile si afferma nella struttura organizzativa del ministero dell’Interno fino ai vertici dell’organigramma e, sempre più spesso, si inserisce nei ruoli tecnici quando indossa una divisa. In alcuni casi, come per il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, non solo a capo della struttura troviamo una donna, ma anche ai vertici di ben quattro delle sei direzioni centrali. I dati sulla presenza delle donne nella carriera prefettizia mostrano una crescita da parte del genere femminile nelle posizioni di vertice: 726 donne su un totale complessivo di 1.394. In percentuale, le donne rappresentano la maggioranza e, precisamente, il 52,08%. Il dato numerico cresce, connotando al femminile il 57,32% dei viceprefetti aggiunti, ma scende in percentuale quello delle donne prefetto che ricoprono solo il 28,93% dei posti. Anche all’interno del personale contrattualizzato le donne rappresentano la maggioranza: sono 12.151 unità su un totale di 20.103 dipendenti del ministero dell’Interno, pari al 60,44% del totale. Anche qui, però, la percentuale cresce nell’area di terza fascia, arrivando al 66,10%, e scende nell’area di prima fascia fino al 33,05%. Nella Polizia di Stato le donne sono 14.934 unità: 13.168 appartenenti al ruolo ordinario e 1.766 al ruolo tecnico. Era il 1960 quando la prima donna indossò la divisa. Oggi sono presenti in tutte le specialità: nel personale delle questure e nei reparti volo, nella stradale e nei reparti mobile, nei centri operativi d.i.a. e nella polizia postale. Ai vertici della struttura c’è una donna, è il prefetto Paola Basilone, vice capo della Polizia. È importante anche il contributo fornito dalle donne della Polizia dopo l’introduzione del reato di stalking, soprattutto nelle attività di prima accoglienza alle vittime. Con l’adozione del Piano nazionale contro la violenza sulle donne e lo stalking, la formazione del personale impiegato in questo ambito è stata sempre più affinata grazie ad un’azione sinergica messa in atto dai ministeri dell’Interno e della Difesa. Secondo i dati resi noti dal dipartimento per le Pari Opportunità, sono 10.149 i delitti commessi con questo reato, 10.385 le persone denunciate, 1.811 gli arresti compiuti. Ogni mese vengono denunciate 547 persone e ne vengono arrestate 95.

Anche la figura del Vigile del fuoco non è più lo stereotipo del maschio atletico. Sempre più spesso, invece, si connota di elementi al femminile pur garantendo identiche prestazioni tecnico operative. Per accedere al Corpo, infatti, le donne aspiranti Vigili del fuoco devono superare le stesse prove ginniche destinate agli uomini. I numeri della presenza femminile non sono ancora molto alti, ma bisogna ricordare che le donne hanno fatto il loro primo ingresso nel settore operativo solo nel 1990. Inoltre, l’accesso avveniva tramite un concorso pubblico, che richiedeva il requisito di un mestiere, oppure attraverso procedure di stabilizzazione che riguardavano il personale proveniente dai ruoli dei vigili volontari ausiliari, giovani che avevano prestato il servizio di leva nei Vigili del fuoco, quindi personale solo maschile. La prima donna Vigile del fuoco è stata assunta nel 1991 e la prima nomina a comandante è avvenuta nel 2005. Una storia recente, ma in cammino. Oggi le donne inserite nei ruoli operativi sono 95 su un totale di 20.566, rappresentano lo 0,46%. Il dato, però, va letto tenendo conto che la presenza femminile si registra, per la maggior parte, nei ruoli direttivi con 57 unità su 570 complessive. La percentuale in questa fascia, quindi, sale al 10%. Il personale del Settore amministrativo tecnico e informatico (SATI), inquadrato nel ruolo non operativo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, infine, è per lo più femminile: 1.787 su un totale di 3.459, rappresenta il 51,6%.