Almeno 175 mila reduci dalla guerra in Iraq soffrono di problemi digestivi, mal di testa persistente, difficoltà cognitive, dolori cronici. È la sindrome della guerra del Golfo, una malattia da oggi riconosciuta anche da un rapporto commissionato dal Congresso, il Research Advisory Committee on Gulf War Veterans, che ha raccolto, in sei anni di indagine, centinaia di testimonianze e cartelle cliniche dei soldati reduci. "Esposti a tossine chimiche durante il conflitto del 1991, oltre 175 mila reduci sono affetti dalla sindrome della guerra del Golfo". Il rapporto appena diffuso negli Stati Uniti ha concluso che la sindrome è quindi una condizione fisica "reale" e distinta dallo "shock da esplosione" di cui soffrono ex combattenti in altre guerre. Dalle medicine contro la sindrome pochi militari hanno avuto miglioramenti, ma la conclusione dell’indagine consentirà ai soldati malati di ottenere dal governo federale l’assistenza che finora non ha erogato perchè quelle "inspiegabili sindromi neurologiche" non erano riconosciute come malattia vera e propria. Secondo il rapporto sono due le possibili cause della sindrome della guerra del Golfo: un farmaco dato ai militari per proteggerli dal gas nervino, o l’esposizione a pesticidi usati abbondantemente durante la guerra. Altra possibile causa presa in considerazione e non escluse è l’esposizione ai fumi dei pozzi petroliferi in fiamme. I sintomi variano dal mal di testa persistente, dolore cronico, difficoltà cognitive, fatica cronica, eruzioni cutanee, diarrea e problemi al sistema digestivo e respiratorio.
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