Afghanistan: la missione italiana non cambia

Paola Fusco

Non cambia la missione militare italiana in Afghanistan. Resta lo stesso numero di soldati con gli stessi compiti, nella stessa zona. E’ quanto ha riaffermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine di un incontro al Palazzo di Vetro di New York con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che – ha raccontato La Russa – ha ringraziato l’Italia per il suo impegno in numerose aree del mondo e per il suo ruolo di sesto contribuente dell’Onu. Si è parlato soprattutto di Afghanistan, è stato anche affrontato il tema della missione in Libano, quella nel Corno d’Africa e quella in Ciad. "Non ci sono state chieste ulteriori truppe – ha detto La Russa ai giornalisti – anche perché lo sforzo italiano è già impegnativo. Anzi, siamo noi a chiedere agli altri Paesi rinforzi da inviare nell’area ovest, dove opera il contingente italiano. Si tratta di un territorio vastissimo in cui c’è stata un recludescenza di attentati anche perché i talebani vengono incalzati dalle forze della coalizione a sud e vengono spinti verso la zona di Farah". Il segretario generale dell’Onu ha avuto parole di elogio per l’attività delle forze armate italiane che operano nel mondo e ha espresso il proprio compiacimento per l’invio di una squadra navale nel Corno d’Africa (guidata dall’Italia) in funzione antipirateria. La Russa ha spiegato a Ban Ki-Moon che slitterà al 2009 l’invio di due aerei C130-J in Darfur, ritardo motivato a questioni tecniche. Sempre per questioni tecniche, questa volta legate alla non compatibilità della sinistra, è stato ritardato l’invio in Afghanistan di quattro tornado dell’Aeronautica Militare che avranno compiti di ricognizione per le attività della coalizione.