Afghanistan, uccisi due militari italiani

red

Due soldati italiani del contingente Isaf impegnato in Afghanistan sono rimasti uccisi e altri due gravemente feriti. L’attacco è avvenuto nella zona di Herat, nel nord-est del Paese. Le vittime sono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, di Velletri, in provincia di Roma e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, della provincia di Bari (figlio di un poliziotto). I feriti sono Gianfranco Scirè che ha 28 anni e viene da un paesino vicino Palermo e Cristina Buonacucina, caporale del 32esimo reggimento genio "Taurinense", originaria di Foligno. Il primo ha una frattura tibio-tarsica, la soldatessa una doppia frattura alla vertebra lombare e alla caviglia. I quattro erano diretti verso la località di Bala Murghab quando è esploso un ordigno rudimentale (ied) di quelli usati spesso per attacchi contro le forze internazionali in Afghanistan. I feriti sono stati immediatamente evacuati presso l’ospedale da campo di Herat con elicotteri di ISAF. Le salme, invece, rientreranno in Italia mercoledì. I soldati, tutti appartenenti al 32esimo reggimento genieri della brigata taurinense, si trovavano a bordo di un veicolo blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord. Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 km a sud di Bala Murghab. Il fatto che fossero presenti militari di diverse nazionalità ha indotto il ministero della Difesa a diffondere una nota di precisazione per sottolineare che non si è trattato di un attacco specifico all’Italia. Con i due militari uccisi oggi sale a 24 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione, nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore. "Ancora una volta si e’ trattato di uno Ied, cioè di un ordigno improvvisato, ma di altissima potenzialità, che è esploso sotto il quarto veicolo di una colonna che da Herat procedeva per una operazione" dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Le reazioni. Tra le prime reazioni a caldo, quella del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli: "Abbiamo spesso espresso perplessità sulla possibilità di esportare la democrazia, ma ogni decisione deve essere presa insieme agli altri a livello internazionale e poi bisogna verificare se questi sacrifici servano o meno a qualcosa". Il premier Silvio Berlusconi sottolinea cime la missione sia "fondamentale per la pace in Afghanistan". Poi il cordoglio del presidente della Camera Gianfranco Fini: "Lo scacchiere internazionale continua a provocare lutti e tragedie. Rivolgo alle forze armate e alle famiglie dei due militari morti in Afghanistan il senso della più cordiale e sincera partecipazione". Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro associa il cordoglio alla richiesta di "ridiscutere" la presenza italiana. E anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani chiede che in Parlamento si discuta "sull’evoluzione della missione". La Russa, prima precisa che l’attacco "non era diretto contro gli italiani", poi, non fa passi indietro: "Oggi abbiamo ritenuto e continuiamo a ritenere che il rischio sia connesso all’importanza della missione".