Alta tensione nel carcere di Marassi

redazione

Dopo le proteste dei detenuti, le risse, i tentativi di suicidio e le continue violenze contro il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Genova Marassi, due nuovi gravi episodi di violenza sono accaduti oggi nel penitenziario della Valbisagno. “E’ stato un inizio pomeriggio di alta tensione, quello di oggi" spiega Roberto MARTINELLI, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE (il primo e più rappresentativo della Categoria). "Alle 14 circa un detenuto extracomunitario ha ferito al braccio con una lametta (che nascondeva probabilmente in bocca) il collega che lo stava invitando a rientrare nella sua cella nella Prima sezione detentiva dell’Istituto e, dopo circa 20 minuti, nel cortile passeggi del Secondo reparto detentivo si è accesa una rissa tra quattro-cinque detenuti, tutti stranieri. Il fatto grave è che in quel momento nel cortile c’erano 200 detenuti ed un solo Agente di servizio! Per fortuna, il pronto intervento di altri Agenti da altri posti di servizio ed anche il senso di responsabilità degli altri detenuti che erano nel cortile ha evitato pericolosissime conseguenze che neppure vogliamo immaginare. Nonostante tutto, dunque, i colleghi intervenuti sono riusciti ad evitare più gravi e pericolose conseguenze. Ai poliziotti di Marassi, ed in particolare al collega ferito, va naturalmente la nostra vicinanza e solidarietà, ma ci domandiamo cos’altro dovrà accadere o dovrà subire il nostro Personale di Polizia Penitenziaria perché ci si decida ad intervenire concretamente sulle criticità di Marassi. La carenza di personale di Polizia Penitenziaria a Marassi – circa 160 Agenti in meno negli organici! -, il pesante sovraffollamento (quasi 800 detenuti presenti a Marassi – circa il 60% gli stranieri – rispetto ai 450 posti letto regolamentari,  con le conseguenti ripercussioni negative sulla dignità stessa di chi deve scontare una pena in celle affollate oltre ogni limite e soprattutto di chi in quelle sezioni deve lavorare rappresentanto lo Stato come i nostri Agenti) sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi.  La verità è che ci sembra mancare in Liguria una guida dell’Amministrazione penitenziaria regionale in grado di risolvere le molte criticità: non si può continuare a rimanere distaccati ed inerti nell’assistere ai continui gravi eventi critici che si verificano non solo a Marassi ma in tutti gli altri penitenziari liguri, da Pontedecimo a Savona, da Sanremo a La Spezia. Le tensioni nelle carceri della Regione, intanto, crescono in maniera preoccupante”.