Camera, rifinanziate le missioni all’estero

Paola Fusco

La Camera dei Deputati ha dato via libera all’unanimità alla proroga e al rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero. Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva. Resta fuori invece il progetto della "mini-naja", i corsi di formazione a carattere teorico-pratico, organizzati dal ministero della Difesa, per giovani diplomati che avrebbero assunto lo status di militari. Il Ministro La Russa ha già fatto sapere che il Governo lo ripresenterà per partire a luglio con il primo corso. Critico il PD: "Di fronte ai giganteschi problemi della Difesa l’ultima cosa che ci si aspetta è che siano sprecate risorse per proposte dal sapore propagandistico". Quella approvata è la conversione in legge del decreto del 1° gennaio 2010, recante "disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l’attivazione del Servizio europeo per l’azione esterna e per l’amministrazione della Difesa". Nonostante il voto bipartisan non sono mancate le polemiche e contestazioni soprattutto sul comma 4 dell’articolo 9 del decreto che esclude la punibilità di chiunque abbia responsabilità nel garantire il rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro per fatti commessi nell’espletamento del servizio connesso ad attività operative o di addestramento svolte nel corso di missioni internazionali. Secondo l’opposizione, la norma, contiene "una formulazione furbesca per creare una vera e propria area di irresponsabilità: chiunque davanti a un incidente di lavoro potrà dire di non essere responsabile, in quanto, si trattava di attività legate a missioni internazionali anche future". La relazione tecnica al provvedimento chiarisce che il personale militare e delle forze di polizia impegnato nelle missioni internazionali è pari a 8.619 unità a fronte delle 8.288 autorizzate con l’ultimo provvedimento di proroga. In particolare si registra un aumento del contingente italiano impegnato in Afghanistan di circa 170 unità, primo passo attuativo della decisione annunciata dal Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2009 di portare gradualmente il contingente a raggiungere le mille unità in più. La decisione è legata alla nuova strategia in Afghanistan annunciata dall’amministrazione Usa a dicembre e alle conseguenti decisioni assunte in sede Nato. È prevista, invece, una diminuzione di circa 180 unità del contingente impegnato nella missione Unifil in Libano, che può essere collegata al passaggio del comando della missione dall’Italia alla Spagna. Diminuisce, poi, di circa 480 uomini il contingente impegnato nella missione Joint Enterprise nei Balcani.