Capaccio: romeno dà fuoco alla moglie e al figlio e poi si uccide

Francesco Giugni

Uccide la moglie e il figlio e poi si impicca.

Nel salernitano, a Capaccio, Costantin Barbu, di origine romena, ha assassinato la moglie e il figlio di due mesi, dandogli fuoco, e poi si è suicidato.

I carabinieri hanno scoperto i tre cadaveri  in zona Torre del Mare, dove sono arrivati perché avvertiti dai vicini spaventati dalle grida e dal fuoco che usciva dalla casa.

Sulla scena del delitto, oltre ai carabinieri della compagnia di Agropoli diretti dal tenente Francesco Manna, erano presenti gli uomini della Sezione Investigativa Scientifica di Nocera, il medico legale e i vigili del fuoco.

Nella stanza da letto sono stati ritrovati i corpi della donna e del neonato semicarbonizzati, mentre l’uomo era impiccato con una corda alla doccia del bagno.

Secondo i primi accertamenti effettuati dai carabinieri, coordinati dalla Procura, Barbu avrebbe tagliato con un coltello la gola alla moglie, Sabina Iuliana Chis, prima di dargli fuoco insieme al figlio neonato in preda ad un raptus di follia scaturito da una violenta lite.

Un agricoltore del luogo di 52 anni ha evidenziato come la zona sia abitata soprattutto da stranieri (nordafricani, romeni e ucraini) e che lo spaccio e la prostituzione sono all’ordine del giorno.

I vicini di casa raccontano, inoltre, che la coppia litigava di continuo e che l’uomo non aveva un’occupazione fissa ma svolgeva vari lavoretti per mantenere la famiglia.

Episodi analoghi più recenti sono  quelli di Paolo Pietropaolo che, a Pozzuoli in provincia di Napoli, ha dato fuoco alla compagna incinta di otto mesi, ora ricoverata con ustioni gravissime sul 50% del corpo; e quello di un uomo, di origine ucraina, che dopo aver assassinato la moglie e la figlia di quattro anni con un’ascia nella loro casa di Licola (Napoli), si è suicidato tagliandosi la gola.