Piombino: un’infermiera uccide 13 pazienti

Francesaco Giugni

Sarebbero 13 le vittime tra il 2014 e il 2015.

L’infermiera Fausta Bonino, 55 anni originaria di Savona, è stata arrestata dai carabinieri del Nas di Livorno per omicidio volontario continuato.

La donna è stata fermata all’aeroporto di Pisa, appena tornata da Parigi, dove abita uno dei due figli.

Il gip del Tribunale di Livorno Antonio Pirato ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei riguardi dell’infermiera, che è stata, dopo l’arresto, trasferita nella casa circondariale di Pisa.

Fausta Bonino è accusata di aver ucciso 13 pazienti tra il 2014 e il 2015 presso l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale civile di Piombino.

I pazienti deceduti, ricoverati per patologie diverse ma nessuno in pericolo di vita, erano di età tra i 61 e gli 88 anni, ai quali la donna somministrava un farmaco che non era previsto nelle terapie prescritte ai malati: l’eparina ,un anticoagulante.  Le cause di morte sono attribuite 12 a “scoagulazione del sangue” e uno ad arresto cardiaco.

I carabinieri hanno scoperto che, dopo il trasferimento della donna nell’ottobre 2015 nel reparto dove lavorava, il tasso di mortalità è diminuito dal 20% al 12%, sottolineando che questa statistica  è molto importante ai fini dell’indagine.

Il farmaco avrebbe provocato repentine e irreversibili emorragie che hanno portato alla morte i pazienti. L’eparina, secondo le analisi, sarebbe stata iniettata a una quantità  di circa 10 volte superiore alla norma.

Gli accertamenti dell’operazione chiamata “killer in corsia”, da parte dei carabinieri sui turni di tutto il personale che lavora in quel reparto, hanno orientato i sospetti su Fausta Bonino.

L’arresto dell’infermiera di Piombino ha dei precedenti tra cui i più eclatanti sono quelli di Daniela Poggiali, ex infermiera dell’ospedale Umberto I di Lugo di Romagna (accusata di aver ucciso una sua paziente con un’iniezione di potassio) , condannata all’ergastolo l’11 marzo 2016; e quello dell’infermiere Angelo Stazzi( denominato  “angelo della morte”), accusato di aver assassinato cinque anziani in una casa di riposo vicino Roma, condannato anche lui all’ergastolo il 25 giugno 2015.

Nella conferenza stampa di ieri, gli investigatori hanno cercato di spiegare le motivazioni degli omicidi collegandoli allo stato psichico della donna: una forte depressione  e abuso di alcol e di psicofarmaci.