Carcere, VI Congresso Nazionale Sappe

redazione

Gli oltre 100 delegati nazionali del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE riuniti a Napoli per il VI° Congresso hanno confermato all’unanimità Donato Capece quale Segretario Generale del primo Sindacato dei Baschi Azzurri.

Confermati per acclamazione anche i Segretari Generali Aggiunto Gianni de Blasis, Giovanni Battista Durante, Umberto Vitale e Roberto Martinelli e il Presidente del SAPPE, Franco Marinucci.

Questa nuova conferma mi lusinga e mi stimola a potenziare, insieme  con i miei più stretti collaboratori, ogni sforzo per rivendicare l’importante ruolo sociale della Polizia Penitenziaria e per pretendere che ad essa venga riconosciuta dalle Istituzioni ogni attenzione necesaria”, sottolinea Capece. “Il nostro appello ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e al Ministro Guardasigilli, che ieri hanno avuto la cortesia di partecipare ed intervenire al nostro Convegno di Napoli sul ruolo del Corpo nell’ambito dell’esecuzione penale esterna, è quello di continuare a stare vicini alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri.  Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza”.

E sottolinea, infine: Da tempo noi del SAPPE, che rappresentiamo le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria impegnati 24 ore al giorno nella prima linea dei padiglioni e delle sezioni detentive delle oltre 200 carceri italiane, sollecitiamo le Autorità competenti affinchè si avvii nel nostro amato Paese una indispensabile e decisa inversione di tendenza sui modelli che caratterizzano la detenzione, modificando radicalmente le condizioni di vita dei ristretti e offrendo loro reali opportunità di recupero attraverso un potenziamento nell’area penale esterna e l’affidamento di lavori di pubblica utilità. Garantendo, nel contempo, ai poliziotti penitenziari più sicure e meno stressanti condizioni di lavoro, tenuto conto che le tensioni connesse alla detenzione determinano quotidianamente moltissimi eventi critici nelle carceri – atti di autolesionismo, tentati suicidi, risse, colluttazioni – che se non fosse per il nostro decisivo e risolutivo intervento avrebbero più gravi conseguenze”.