Carceri, SAPPE deluso dalle parole del Neo Capo Dap Petralia

redazione

“Siamo rimasti sorpresi e stupiti dalle parole del nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (e Capo della Polizia Penitenziaria) Bernardo Petralia che, intervenendo oggi alla presentazione del rapporto dell’associazione dei detenuti Antigone sulle condizioni di detenzione, si è detto “ammirato” da Antigone – “una delle prime voce che intendo sentire” – e si è definito anche “Garante dei detenuti”. Forse a Petralia sfugge che lui è – o dovrebbe essere – il Capo della Polizia Penitenziaria, istituzione impegnata da sempre per le garanzie in carcere, e che per questo percepisce una cospicua indennità ad hoc alla quale dovrebbe per coerenza rinunciare. Petralia si tenga stretti Antigone e i detenuti: noi non saremo al video-incontro di presentazione già programmato per il 29 maggio. Noi ribadiamo che l’unica soluzione per garantire rispetto istituzionale al Corpo potrebbe essere quella di porre subito il Corpo di Polizia Penitenziaria, che è un Corpo di Polizia dello Stato, alle dipendenze del Ministero dell’Interno, visto che il nuovo Capo del Dipartimento Petralia sembra non saperlo….”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.

“E’ bene che Petralia sappia che la Polizia Penitenziaria che lavora nelle carceri italiane, per adulti e minori, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno”, prosegue. “Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più, con gravi ripercussioni sull’operatività delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, aggrediti, oltraggiati, contusi, derisi, feriti e umiliati dalle continue offese alle regole, all’ordine e alla sicurezza delle carceri da una considerevole fetta di quei detenuti di cui Petralia ha detto oggi di voler essere Garante”.

“Se per lui, come ha ancora detto oggi, c’è un “connubio per cui uno più uno fa cento”, per noi del SAPPE uno più uno fa due, come Stato e antiStato, come onestà e criminalità, come difensori dello Stato e delinquenza”, conclude Capece. “Noi all’incontro con Petralia del 29 maggio non andremo, ed anzi invitiamo il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte a predisporre ogni atto utile affinchè si possa passare il Corpo di Polizia Penitenziaria alle dipendenze del Ministero dell’Interno”,