Casa famiglia protetta nel Comune di Roma

redazione

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha dato mandato al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo, per l’apertura di una “Casa famiglia protetta” nel Comune di Roma. Il Capo del Dap e l’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Francesca Danese hanno effettuato un sopralluogo presso lo stabile prescelto – una villa confiscata alla criminalità organizzata, ubicata in zona Eur – per verificare l’idoneità della struttura destinata ad accogliere la prima Casa famiglia protetta, per donne madri di minori, sia in detenzione domiciliare sia per donne destinatarie di misura cautelare senza domicilio alternativo. Si tratta di una residenza di pregio, posta su tre livelli, in ottimo stato di conservazione che non necessita di interventi strutturali e manutentivi, con spazi utilizzabili per attività trattamentali e ludoteca, circondata da ampia zona verde, già nella disponibilità del Comune, che accoglierà un numero significativo di detenute con figli minori attualmente ristrettenella sezione nido della Casa circondariale di Roma Rebibbia. Un ringraziamento sentito va alla Fondazione Poste Insieme Onlus che inizia la propria attività di inclusione sociale concorrendo all’apertura e al finanziamento della struttura con un investimento di 150 mila euro.Si è grati anche all’assessore Danese per il suo contributo decisivo nella destinazione d’uso dell’edificio a casa famiglia protetta (decisa con deliberazione n. 145 dell’8 maggio 2015) che risulta possedere le caratteriste tecniche adeguate per ospitare le madri con i bambini destinatarie dei provvedimenti emessi dal Tribunale di Sorveglianza di Roma.In sede di sopralluogo, l’Assessore Danese e il Capo del Dap hanno stabilito un cronoprogramma per completare tutte le procedure di adeguamento al fine di assicurare l’attivazione della casa famiglia protetta entro quaranta giorni. Santi Consolo ha assicurato, tramite il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, l’impiego di detenuti in art.21 (lavoro all’esterno) in lavori di pulizia delle aree esterne e interne e di piccoli ritocchi che ne garantiscano l’attuale stato di utilizzo.Nella sezione nido del carcere femminile di Roma Rebibbia sono presenti dieci mamme e dieci bambini. A livello nazionale sono 25 le mamme e 26 i bambini ospitati nelle sezioni nido all’interno degli istituti penitenziari, mentre nelle ICAM sono presenti 13 mamme e 13 bambini. La legge stabilisce che le case famiglia protette devono essere istituite dagli Enti locali e da loro finanziariamente sostenute e limita fortemente la detenzione in carcere alle detenute madri di minori fino a dieci anni, una misura a tutela della relazione madre-figlio e a salvaguardia del delicato sviluppo del bambino. Il regolamento sulle caratteristiche delle case famiglie protette è stato emanato dal Ministro della Giustizia con decreto ministeriale.