Cibi adulterati, l’allarme della Cia

Pier Giorgio Paglia


La Cia esprime preoccupazione per la cancellazione della legge 283 del 1962, uno strumento indispensabile per la lotta alle frodi e alle sofisticazioni sui cibi. "Il governo ora deve correre ai ripari anche per rispondere alle esigenze dei consumatori: per 9 su 10 infatti la sicurezza e’ al primo posto nelle scelte alimentari. Vanno tutelati anche gli agricoltori". A sottolinearlo e’ la Cia-Confederazione italiana agricoltori, raccogliendo l’ allarme lanciato dal pm di Torino Raffaele Guariniello a proposito del decreto ‘ taglia leggi’ del ministro Calderoli, attraverso il quale e’ stata abrogata la legge in questione e cosi’ non e’ piu’ reato adulterare i cibi. Le frodi alimentari sono tante e diffuse -ricorda la Cia-. Solo nel 2009 i carabinieri dei Nas hanno scoperto 23.342 infrazioni su 34.675 ispezioni effettuate, sequestrando in 12 mesi ben 39,3 milioni di chili di merce. Si va dalle mozzarelle blu al vino corretto con additivi chimici, dalle farine con il prione ai cibi scaduti e ” rinverditi” tramite coloranti o ritoccando la data di scadenza in etichetta. Tutti esempi che rendono chiara l’importanza della legge 283 del 1962 e che evidenziano l’ urgenza di colmare il vuoto normativo che si e’ venuto a creare con la sua cancellazione. E’ vero che a tutela dei cittadini restano gli articoli del codice penale (440-444; 515-517 bis) riferiti a frode in commercio, alimenti adulterati e contraffatti, alimenti non genuini, ma per essere applicata -dice la Cia- la norma penale necessita che il pericolo di natura igienica contro l’ incolumita’ pubblica debba essere accertato in concreto. Mentre la particolarita’ della 283 e’ che poteva essere utilizzata anche nel caso di pericolo presunto”.