Cina: latte contaminato, un altro morto e nuovi arresti

Tiziana Montalbano

Ancora alto l’allarme Cina per lo scandalo del latte in polvere contaminato dall’aggiunta di melamina, che oggi ha fatto registrare la morte di un quarto neonato e l’arresto di altre 12 persone. Il governo difende il proprio operato, afferma che sta lavorando duramente per risolvere il problema, promette di rinforzare i controlli e di punire i responsabili e nega che ci siano problemi legati all’esportazione in altri paesi. Un bambino è morto nell’ovest del Paese, a Xinjiang; lo ha reso noto oggi il governo della regione. Sale così a quattro il numero dei neonati morti e sale anche il numero delle persone arrestate: in totale 18, tutti nella regione di Shijiazhuang. Secondo l’agenzia ufficiale Nuova Cina i controlli saranno estesi all’alimentazione per il bestiame. Intanto le autorità stanno tentando di arginare le possibili preoccupazioni legate alle esportazioni di latte in polvere contaminato verso Yemen, Bangladesh, Birmania, Gabon e Burundi: Jiang Yu, la portavoce del ministro degli esteri, ha detto che “sebbene non ci sia stata alcuna reazione negativa, l’organismo per il controllo della qualità ha chiesto alle società interessate di attivarsi per ritirare i prodotti. Il Consiglio di Stato dedica grande attenzione al problema e i dipartimenti interessati hanno preso misure concrete nel più breve tempo possibile”.