Corte UE condanna Italia, manca il piano rifiuti per i porti

fabrizio D'Andrea

Questa mattina l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per non aver ancora adottato la Direttiva del 2000 (2000/59/CE), provvedimento che impone, per ciascun porto, la realizzazione di piani di raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle navi che utilizzano porti della Comunità europea.L’obiettivo dell’Europa era quello di rafforzare la protezione dell’ambiente marino, e per questo fu deciso di obbligare ai singoli paesi l’attuazione di piani specifici al fine di ridurre gli scarichi in mare da parte delle imbarcazioni. Le cattive notizie sono arrivate questa mattina da Bruxelles quando è risultata chiara la condanna della Corte: l’Italia non ha osservato la Direttiva e la Corte di Giustizia europea ha emesso il provvedimento di condanna. Nel dicembre 2005 l’Italia, secondo quanto indica la sentenza della Corte di Giustizia europea, non aveva ancora elaborato né applicato nessun piano per una serie di porti tra cui ‘Augusta, Brindisi, Reggio Calabria, Palermo, Mazara del Vallo, Chioggia, Venezia, Porto Cervo Marina e Marina di Portosole, tutti appartenenti ad un campione di 19 porti selezionati dalla Commissione europea per verificare la buona applicazione della direttiva. Tra i piani comunicati dalle autorità italiane quello di Napoli e di Ravenna e successivamente di Taranto e di Trieste. Le autorità italiane hanno, tuttavia, sostenuto, che nei porti che non dispongono ancora di piani la gestione degli stessi è effettuata secondo le ordinanze dei comandanti di porto che anticipano i piani in corso di approvazione.