Armi da fuoco, nuova direttiva UE

Riccardo Fraddosio

Entrerà in vigore il prossimo 29 luglio la direttiva dell’Unione Europea sulle armi da fuoco. La disposizione si pone come obiettivo principale la risoluzione del problema delle cosiddette “armi trasformate”, ossia la registrazione e l’archiviazione in un apposito data base di tutte le armi da fuoco, anche di quelle armi giocattolo che sono in grado di sparare proiettili veri mediante l’installazione di una canna da fuoco all’interno della struttura. Essa prevede delle regole più rigide riguardo alla marcatura degli armamenti e alla creazione di un sistema di tracciabilità informatico, grazie al quale sarà possibile risalire facilmente dall’arma registrata al proprietario. E, inoltre, sul fronte della cooperazione fra Stati membri dell’Unione Europea, essa si pone la finalità di rendere più agile ed efficiente lo scambio di informazioni attraverso la costituzione di un gruppo di contatto. Nella direttiva si legge che “qualsiasi arma portatile a canna che espelle, è progettata per espellere o può essere trasformata al fine di espellere un colpo”, è da intendere come arma da fuoco. Secondo prove raccolte dai servizi informativi della Polizia infatti le pistole “trasformate” vengono sempre più spesso impiegate anche da associazioni criminali che operano su scala internazionale. E ciò è comprovato dai più recenti fatti di cronaca, come quello del ritrovamento da parte della squadra mobile di Palermo di un deposito clandestino di armi giocattolo modificate, congegni che secondo gli investigatori vengono utilizzati in alcuni casi anche nei delitti di mafia. Questa direttiva si configura come uno strumento in più per combattere la criminalità organizzata e per intensificare e consolidare lo scambio di informazioni fra Stati membri.