Europa: epicentro del mercato pedopornografico

Valentina Parisi

Con un incremento del 131% rispetto al quinquennio precedente, il 2007 si attesta come anno record della pedofilia on line. Dal report sulla pedofilia di Telefono Arcobaleno, l’associazione che da dodici anni lotta al fianco delle polizie nazionali e internazionali contro la pedofilia, emerge un quadro raccapricciante che pone l’Europa come l’epicentro dove si consumano in maniera prevalente tutti i passaggi dell’industria pedofila. Infatti, la pedofilia riguarda per il 92% bambini di razza europea, il 61% dei clienti e consumatori della pedofilia on line è europeo, l’86% dei materiali pedofili rilevati in rete e i siti internet legati al pedo-buisness sono in Europa. “Nell’ultimo anno – spiega Giovanni Arena, presidente dell’associazione – abbiamo ricevuto più di 3000 segnalazioni al mese, con punte di oltre 300 in un solo giorno”. In Europa, l’Italia non si trova certo nelle ultime file, “Un altro dato rilevante e al quale dovrebbe essere riservata massima attenzione – ha aggiunto Arena – è che l’Italia, pur non ospitando più dal 2003 siti contenenti materiale pedo-pornografico, risulta essere tra i paesi maggiormente coinvolti sul fronte della domanda di materiali illegali e quindi della fruizione e del loro acquisto, collocandosi al quinto posto”.
L’unico dato positivo è che nel 2007 Telefono Arcobaleno ha scoperto 7.065 siti legati al pedo-buisness, ottenendo così una percentuale di chiusura dei siti segnalati del 99,01%, abbattendo la percentuale degli anni passati.
Rispetto agli anni precedenti cambiano anche i sistemi di promozione: si diffondono filmati o serie di foto dissimulati o protetti e resi noti con un passaparola virtuale. Anche i costi la dicono lunga: l’accesso a un sito pedopornografico costa in media 80 dollari, mentre un sito “pedopay” frutta mediamente 34 mila dollari al giorno. Le organizzazioni criminali intascano oltre 13 milioni di dollari al giorno.
Il rapporto denuncia anche il ritardo di alcune legislazioni nazionali sul tema, che non consentono di intervenire nella divulgazione di materiali pedofili cosiddetti “minori”(disegni e pitture) in siti ospitati negli Stati Uniti, Olanda e Germania. Secondo l’associazione c’è un pesante debito di intervento di moltissimi Isp-Host nel’attività sistematica di prevenzione e di controllo riguardo alla pubblicazione nei propri spazi internet di siti pedofili.