GdF: Livorno, controlli sui redditi di colf e badanti, scoperta un’evasione Irpef da 300.000 euro

Oriol De Luca

Sono 100 tra colf e badanti le persone, pur avendo percepito redditi per circa 4 mln. di euro, non li hanno comunque dichiarati al Fisco concretizzando così un’evasione IRPEF per circa 300.000 euro.
È questo il nuovo episodio di frode ai danni delle casse dello Stato venuto alla luce grazie ad una mirata attività d’indagine svolta tra i Comandi territoriali della Guardia di Finanza operanti sulla provincia di Livorno, che hanno passato al setaccio migliaia di posizioni riguardanti queste particolari figure di collaboratori domestici.
Sulla base dei controlli effettuati dai finanzieri diretti dal Colonnello Gaetano Cutarelli, Comandante Provinciale della GDF livornese, è così emerso le colf e le badanti in questione – pur avendo percepito compensi superiori agli 8mila euro annui – non hanno comunque presentato la prevista dichiarazione dei redditi.
Per questa categoria di lavoratori va infatti rimarcato che non hanno sostituto d’imposta, ovvero del soggetto che per legge si sostituisce al lavoratore-contribuente operando per lui le previste trattenute per lui il pagamento dei tributi.
Dalle irregolarità emerse, e che le fiamme gialle labroniche hanno accertato sulla base di uno specifico accordo siglato con la Direzione nazionale dell’INPS, sono stati così complessivamente accertati redditi per 4 milioni di euro (dunque con una media di 40.000 euro a persona), senza però che a questi guadagni seguisse la corresponsione di un solo euro ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
In tale contesto è opportuno ricordare come questi lavoratori, una volta assunti con regolare contratto di lavoro, maturano una posizione contributiva ai fini pensionistici e usufruiscono dei servizi assistenziali dello Stato come tutti gli altri lavoratori (es. l’assistenza sanitaria) ai quali debbono quindi giustamente contribuire in ragione dei loro volumi di reddito.
Le persone controllate sono in prevalenza di nazionalità ucraina (42%) e rumena (20%), anche se tra le posizioni irregolari venute alla luce figurano anche quelle di 5 badanti italiane.