GdF, operazione antidroga a Treviso

Tiziana Montalbano

 Nei primi mesi del 2009 un giovane trevigiano era stato trovato in possesso di circa un etto di hashish. Partendo da quell’episodio i Finanzieri di Treviso, hanno avviato un’indagine che ha permesso di ricostruire una rete di spaccio localizzata prevalentemente tra Paese, Padernello di Paese e Quinto di Treviso. Nel corso degli accertamenti, grazie all’esecuzione di intercettazioni telefoniche e alla collaborazione dei “clienti” individuati, sono stati “isolati” diverse centinaia di episodi di spaccio, dall’hashish alla marijuana, dalla cocaina all’eroina, ascrivibili principalmente a due soggetti. Un operaio di 24 anni di Padernello di Paese, arrestato in flagranza poiché trovato in possesso di circa 60 grammi di sostanza stupefacente a cui vengono complessivamente addebitate cessioni per 5,5 chilogrammi di hashish e oltre un etto e mezzo di cocaina e di un operaio marocchino di 27 anni di Istrana, anch’egli arrestato in flagranza poiché trovato in possesso di mezzo chilo di hashish, nonché ritenuto responsabile della cessione di più di 3 chili della medesima sostanza. L’attività si è complessivamente conclusa con l’arresto in flagranza dei due, la denuncia a piede libero di 16 soggetti responsabili di cessioni anche consistenti di sostanza stupefacente, la segnalazione alla competente autorità prefettizia di circa 40 giovani assuntori, nonché con la ricostruzione, nel periodo dal 2008 al 2009, di una compravendita complessiva di circa 25 chilogrammi di hashish. A carico dei principali soggetti implicati, in relazione ai quali sono stati quantificati i proventi derivati dalla loro illecita attività, verrà applicata, primo caso a Treviso, la normativa in materia di “tassazione dei proventi illeciti”. In sostanza, chi ha tratto un guadagno dallo spaccio di droga in questione, verrà chiamato a rispondere anche fiscalmente, alla stregua di un qualsiasi contribuente che abbia intascato ricavi “in nero”.