GdF: Roma, Operazione “Darknet.money”, scoperti e denunciati tre responsabili

Enrico Fiorenza

Nel mondo del “dark web” era conosciuto con il nickname di “Benz99” e nella parte più oscura della rete (quella solo dove gli utenti abilitati possono accedere), unitamente ai suoi due complici si muoveva molto bene realizzando guadagni illeciti per migliaia di euro al mese, sicuro che nei meandri più reconditi di internet nessuno lo avrebbe mai rintracciato; sfortunatamente per lui non è stato così perché a quel nick i finanzieri sono comunque riusciti a dare un’identità ed a mettere così fine ai suoi traffici.
Si è così conclusa con la denuncia di 3 soggetti l’operazione “darknet.money”, condotta dai finanzieri del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, che ha messo fine ad una fiorente attività illecita dedita alla falsificazione di banconote e di metalli preziosi, all’utilizzo di carte di credito e SIM telefoniche clonate, alla vendita di documenti falsi, all’accesso abusivo a sistema informatico per finire con il riciclaggio.
L’indagine degli uomini della Guardia di Finanza specializzati nel rintracciare crimini che vengono commessi attraverso la rete, ha preso avvio da alcune particolari analisi rivolte all’offerta di documenti d’identità falsi, un commercio che può divenire pericoloso per la sicurezza interna degli stati nonché assolutamente illegale che viene perpetrato attraverso apposite piattaforme occulte, non registrate nei domini e non rintracciabili dai motori di ricerca e che, per non essere individuate, hanno connessioni che vengono fatte “rimbalzare” tra più server allocati in diversi paesi in modo da rendere praticamente impossibile il rintraccio della sede reale, tutto questo anche per garantire l’anonimato di chi ci naviga e che, proprio in quel mondo parallelo, opera traffici ed acquisti illeciti che interessano particolarmente droga, armi, esplosivi, documenti e passaporti falsi ed anche materiale pedopornografico.
Nell’indagine in questione, però, partendo da flebili indizi e riscontri acquisiti anche sulla parte legale della rete (il c.d. “clear web”), i finanzieri hanno avviato particolari indagini sul territorio isolando alcune “tracce” telematiche che conducevano nella città di Napoli.
Nonostante le successive investigazioni operate “sul campo” siano state rese particolarmente difficili dal contesto ambientale ove i cybercriminali operavano, i militari delle fiamme gialle sono comunque riusciti ad appurare che i tre erano solitamente dediti alla compravendita di banconote false e oro contraffatto, oltre ad utilizzare i proventi dell’utilizzo di carte di credito e SIM telefoniche clonate per acquistare comuni beni di consumo da piazzare poi sul mercato, tutto ciò a spese di ignari cittadini spagnoli e tedeschi a cui erano stati carpiti i codici di accesso delle proprie carte di credito.
Da rilevare come le perquisizioni compiute presso i domicili dei tre denunciati abbiano permesso di rivenire vari computer e smartphone, i cui contenuti saranno ora analizzati utilizzando tecniche di “digital forensics”.