Green public procurement, premio progetti sostenibili

Domenico Silvestri

    E’ dal 2004 che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sta lavorando per promuovere l’impiego di energie alternative in ambito penitenziario, al fine di conseguire forme di risparmio economico attraverso l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili e, in generale, per la riduzione dei consumi energetici attraverso progetti  e interventi di incremento di efficienza energetica. Il concorso per l’assegnazione del premio, come riconoscimento ad Amministrazioni pubbliche e imprese private, per i risultati conseguiti nel 2008 nell’attuazione di politica di sostenibilità ambientale, sviluppando progetti specifici a a favore della tutela dell’ambiente privilegiando l’offerta e/o l’acquisto di beni e servizi verdi, è stato promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Consip S.p.A. Al Premio hanno partecipato numerose aziende pubbliche e private, il DAP ha ricevuto l’importante riconoscimento per aver promosso tre progetti: il programma nazionale di solarizzazione degli istituti penitenziari, che prevede l’installazione di 5.000 mq di pannelli solari su istituti penitenziari dislocati sull’intero territorio nazionale, con l’impiego della mano d’opera di detenuti che hanno partecipato a specifici corsi di formazione. Allo stato gli istituti coinvolti nel progetto sono 15 , tra cui Rebibbia, Caltagirone e Terni. Premiata la sperimentazione di sistemi per il risparmio energetico anche mediante l’utilzzo di energie alternative con il ricorso al finanziamento privato, che prevede la realizzazione di impianti per la produzione combinata di calore ed energia elettrica, mediante combustibili tradizionali (metano o gasolio) ed alternativi (biomassa da olio vegetale), per la produzione di calore, presso 14 istituti del Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana. Riconosciuto poi il conseguimento del risparmio energetico attraverso la riqualificazione delle attività produttive, l’impiego del lavoro dei detenuti e l’utilizzo di fonti rinnovabili nella colonia agricola della casa di reclusione di Mamone in Sardegna.  La colonia agricola, che si estende su 2700 ettari, è tra le aziende agricole più estese della Sardegna. L’attività principale della colonia è l’allevamento del bestiame e l’uso predominante del terreno è il pascolo naturale, con superfici utilizzate anche per orti e colture arboree da frutto quali oliveti, vigneti e frutteti. Il progetto innovativo prevede l’affidamento in concessione venrtennale del servizio energia per la colonia di Mamone e la riduzione della spesa energetica per tutti gli istituti penitenziari della Sardegna, con finanziamento tramite terzi, di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili eolico, fotovoltaico, biogas, biomasse.