Inquinamento: uomini meno fertili

Valentina Parisi

Gli uomini italiani dagli anni ’70 ad oggi hanno visto diminuire gli spermatozoi, da 71 milioni a 60. Questo il risultato di una ricerca che documenta il crollo della fertilità maschile. Ma non si parla solo di una diminuzione in numeri, ma anche della capacità, infatti se trent’anni fa uno spermatozoo su due era mobile, oggi lo è appena il 30 per cento. La ricerca, effettuata su diecimila uomini sani e giovani mostra dati differenti a seconda delle regioni. Lazio, Lombardia e Veneto registrano primati negativi, mentre Puglia, Sicilia e Toscana sembra ci siano percentuali più alte di uomini con spermatozoi sani.

Gli esperti puntano il dito contro l’inquinamento. Secondo Menchini Fabris, dell’Università di Pisa “esiste una correlazione fra la fertilità e gli inquinanti ambientali. Negli uomini che vivono nei grandi centri urbani, in aree inquinate da rifiuti industriali o zone agricole dove si fa uso di pesticidi, gli spermatozoi sono meno mobili del 20 per cento rispetto a quelli di chi abita nelle piccole città”.

“Piombo, ossido di carbonio, polveri sottili: li respiriamo ogni giorno e si accumulano nei testicoli- ha aggiunto Giorgio Piubello, segretario della Società Italiana di Andrologia- con effetti sul liquido seminale. La prova è lo studio condotto su chi è molto esposto, come i vigili urbani o i castellani”.
Quindi, stando alle dichiarazioni degli esperti, i cumuli di immondizia bruciati per le strade di Napoli non hanno lasciato indifferente la salute degli abitanti campani, che si aggiudicano la maglia nera con una percentuale al di sotto della media nazionale.