Italia: unico paese d’Europa con oltre 4mila morti sulle strade

la redazione

«L’Italia è il fanalino di coda tra i 27 paesi dell’Unione europea per numero di morti causati da incidenti stradali. Nessun altro Paese ha registrato più di 4mila vittime sulle strade nel 2010. E’ necessario intervenire in maniera decisa con misure che contrastano efficacemente questa strage. Inoltre, nei casi in cui gli incidenti stradali sono causati da gravi violazioni delle regole della strada, si deve prevedere una fattispecie normativa che regoli il reato di omicidio stradale». Con queste parole il Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, Umberto Guidoni, ha aperto a Roma il convegno “Reato di omicidio stradale: consapevolezza sociale, gravità e pene” organizzato dalla onlus delle compagnie di assicurazione nel corso del Terzo Salone della Giustizia.  Al convegno, moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore, Maurizio Caprino, sono intervenuti Filippo Berselli, Presidente Commissione Giustizia del Senato, Mario Valducci, Presidente Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Giacomo Caliendo, Commissione Giustizia del Senato, Simonetta Matone, Vice Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Roberto Sgalla, Direttore Servizio di Polizia Stradale. Nel nostro Paese nel 2010 gli incidenti stradali hanno causato la morte di 4.090 persone, il numero più alto dei 27 paesi dell’Unione europea. Un dato ancora più preoccupante se si considera che il 27% delle vittime, 1099 persone, aveva un’età compresa tra i 18 e i 32 anni. In Italia la violazione delle regole della strada è la prima causa delle tragedie stradali. Tra le infrazioni più comuni commesse da chi ha tra 18 e 32 anni c’è la guida in stato psicofisico alterato. Nel 2010, infatti, sulle 30.871 contravvenzioni elevate dalla Polizia Stradale per guida in stato di ebbrezza, il 53% è stato contestato a guidatori tra i 18 e i 32 anni. Dato che peggiora se si guarda alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: in questo caso il 60% delle 2.683 contravvenzioni è stato elevato a guidatori di questa fascia di età. 

«Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida – spiega Umberto Guidoni – causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi nel nostro Paese. Penso, ad esempio, a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di droghe  o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge. Anche in Italia dovremmo seguire l’esempio di altri Paesi a noi vicini, come il Regno Unito e la Francia, dove sono previste aggravanti con pene come la reclusione fino a 14 anni per chi uccide a seguito di condotte di guida pericolose, imprudenti e sconsiderate. Peraltro, nel nostro Paese, sempre più persone, soprattutto i giovani, sono favorevoli all’inasprimento delle pene legate all’omicidio stradale. Come risulta da una nostra recente indagine realizzata in collaborazione con Ispo, l’84% degli italiani si è dichiarato favorevole all’introduzione del reato stradale. Il legislatore dovrebbe tenere presente questa e altre indicazioni che arrivano dalla collettività e agire di conseguenza».