L’arte rubata in mostra a Castel S. Angelo

Adria Pocek

La felicità di un ritorno” è il titolo della mostra organizzata dal Centro Europeo del Turismo, che propone al pubblico dal 26 aprile al 29 giugno nelle sale di Castel S. Angelo una insolita collezione costituita da centinaia di opere che sono state recuperate grazie alle indagini e agli interventi di carabinieri, guardia di finanza e polizia di Stato. Quello che ai visitatori può sfuggire è “come” sono state recuperate molte di queste opere. Di almeno tre di questi recuperi possiamo raccontare la storia (compresa quella di un manoscritto del ‘700 messo all’asta su e-Bay) anche se non tutti i beni così rocambolescamente recuperati sono ora in mostra a Roma.

Un manoscritto del ‘700 in vendita su e-Bay  

Nel 2003, mentre erano in corso i lavori di restauro, fu asportato dagli archivi della chiesa di Santa Maria della Croce a Campobasso un antico manoscritto del ‘700. Vox populi diceva che mai più sarebbe stato recuperato, che sarebbe finito nelle mani di qualche acquirente privo di scrupoli e che le autorità non avrebbero potuto fare nulla per recuperarlo. L’indignazione popolare cresceva e i giornali locali ne davano conto, ignorando che in tal modo si rischiava di disturbare le indagini che viceversa erano in corso. Il nodo, infatti, si stava stringendo intorno ai malfattori. E così è stato. A novembre 2007, seguendo le tracce telematiche, la Polizia Postale di Campobasso dopo avere assistito (via internet) alla conclusione di un’asta su e-Bay, si è presentata travestita con abiti talari dal ricettatore a La Spezia ed è così riuscita a recuperare non solo il prezioso volume, ma anche un mezzo busto in bronzo, diverse carte geografiche antiche e centinaia di altri libri. Tra questi ben 22 sono risultati essere di proprietà della Curia Arcivescovile, alla quale  sono stati ufficialmente riconsegnati.
Lo scorso 28 marzo il vescovo di Campobasso-Bojano monsignor Giancarlo Maria Bregantini ha consegnato un attestato per testimoniare la sua gratitudine agli agenti della Polizia postale del Molise che hanno recuperato gli antichi testi. “Il frutto del loro lavoro ci riguarda ed è particolarmente gradito nel settore della cultura e quindi anche della realtà religiosa, ma il grazie – ha sottolineato monsignor Bregantini – si può estendere ed è doveroso farlo anche perchè credo che in questa realtà molisana la loro opera preventiva sia particolarmente apprezzata”. 

Bari,  quadri rapinati per 4mln

A conclusione di una vera e propria "battuta di caccia" durata più di 12 ore la Polizia di Stato di Bari ha recuperato a marzo del 2007 un carico di opere d’arte che era stato sottratto con una rapina al titolare della società Tornabuoni di Firenze.Quello stesso giorno, nel primo pomeriggio i banditi, a bordo di una Fiat Stilo, avevano affiancato tra la tangenziale e il casello Bari-Nord il furgone di una galleria d’arte fiorentina che, avendo recuperato le tele esposte alla ExpoArte della Fiera del Levante di Bari, trasportava quadri per un valore stimabile in oltre 4 milioni di euro, alcuni dei quali di prestigiosi autori del Novecento (De Chirico, Chagall, Modigliani e Warhol). Fingendosi Carabinieri, i malfattori intimarono l’alt, riuscendo a bloccare il mezzo. Poi dopo avere sequestrato conducente e passeggero, che venivano rilasciati sulla strada provinciale Modugno-Santeramo, si allontanavano con la refurtiva. Da quel momento ebbe inizio la battuta di caccia sul territorio che doveva concludersi molte ore dopo, in piena notte, quando i malviventi venivano individuati e bloccati mentre il prezioso carico, interamente recuperato, è stato riconsegnato al legittimo proprietario. 

Ancona, operazione "Caveau" 

Ci sono vasi bicromi del V-VI secolo avanti Cristo, ceramiche apule e bronzetti etruschi per un valore complessivo di milioni di euro, ma anche probabili falsi – come una testa di Apollo in marmo e un gruppo di ceramiche “attiche” perfettamente riprodotte – nel tesoro di 69 pezzi proveniente per lo più da scavi archeologici abusivi nell’area foggiana, recuperato dalla polizia di Ancona e Senigallia nell’ambito dell’operazione “Caveau”. Otto le persone denunciate a piede libero per ricettazione e altrettante le perquisizioni condotte in abitazioni di Ancona, Venezia, Padova, Roma, Frosinone e Perugia dove gli indagati, quasi tutti tombaroli o ricettatori con precedenti specifici, nascondevano i reperti, pronti a venderli a collezionisti privati. Accertamenti sono ancora in corso anche su una tela che richiama lo stile di Rembrandt o della sua scuola, ma che secondo i primi accertamenti tecnici sarebbe una copia tardiva. L’operazione “Caveau” è partita il 5 gennaio scorso, grazie all’intuizione di una pattuglia di poliziotti senigalliesi. Gli agenti hanno fermato per un controllo, lungo la Statale 16, una Mercedes con a bordo due pregiudicati pugliesi che in due borsoni trasportavano 22 reperti, quasi certamente trafugati da una tomba di ipogeo di Canosa, o comunque da scavi clandestini del sub Appenino dauno-pugliese (Canosa, Arpi e Ordona), una zona nota fin dall’800 per gli scavi abusivi.  Fra i 22 pezzi c’era anche la testa di Apollo, forse un’imitazione rinascimentale dell’Apollo del V secolo noto come “tipo di Mantova”. I due tombaroli hanno tentato di far credere che tutto il materiale fosse falso, ma la Soprintendenza di Ancona ne ha confermato l’autenticità, e l’inchiesta è andata avanti fino alle perquisizioni della notte fra il 16 e il 17 marzo scorsi, durante le quali sono stati recuperati altri 47 pezzi: ceramiche a vernice nera di Ignazia di Bari, vasi configurati del IV secolo, bronzetti ellenistici e anche numerosi avori, giade e coralli lavorati di provenienza asiatica. Oltre a un lingotto d’oro, fuso durante il Terzo Reich con l’oro sottratto agli ebrei. I reperti così recuperati sono di grandissimo valore per la storia della cultura mediterranea.