Livatino, il "giudice ragazzino"

Paola Fusco
"Troppo spesso viene dimenticato l’impegno dei servitori dello Stato che nello svolgere con
quotidiana dedizione il proprio lavoro hanno rischiato la vita". E’ quanto si legge in un messaggio del Presidente del Senato, Renato Schifani in occasione del diciannovesimo anniversario del barbaro assassinio di Rosario Livatino. "Livatino è stato ucciso – si legge ancora nel messaggio – per
difendere i nostri valori più importanti. Ma il suo sacrificio non è stato vano. Ha arricchito le nostre coscienze e ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione della cultura della legalità e della lotta al fenomeno mafioso. Che la sua tragica scomparsa – conclude Schifani – resti un monito forte e
imprescindibile per noi tutti a continuare sulla via da lui, come da tanti altri, eroicamente intrapresa". Parole di ammirazione anche da parte del senatore Giuseppe Lumia: "Un giovane servitore dello Stato che ci ha lasciato in eredità una preziosa testimonianza di giustizia e legalità" così ha ricordato il ”giudice ragazzino” ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. ”Il suo impegno -aggiunge Lumia- era animato da un profondo e autentico senso delle istituzioni, che ha coltivato con uno studio
appassionato, serio, rigoroso e uno stile di vita orientato da autentici valori umani e cristiani. Nella sua attivita’ di magistrato Livatino si era occupato della cosiddetta ‘Tangentopoli siciliana’, condusse diverse inchieste sulla ‘Stidda’ e su ‘Cosa nostra’. Il suo esempio -conclude Lumia- e’ un modello di alto senso civile per tutto il nostro Paese”.