Sicurezza energetica, parla l’Europarlamento

Paola Fusco
Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione indirizzata alla Commissione
per sollecitare interventi e misure a sostegno della sicurezza energetica. Secondo gli europarlamentari occorre fare di più per prevenire future interruzioni delle forniture. Ma è anche
necessario rivedere i meccanismi di allerta rapida, che si sono rivelati inefficienti durante la crisi energetica russo-ucraina, per fronteggiare il rischio di interruzioni o di minacce all’approvvigionamento. Nella risoluzione si raccomanda inoltre di identificare le azioni e le misure necessarie a incrementare la capacità di stoccaggio del gas e per migliorare le interconnessioni. Il
Parlamento ripete anche l’appello a favore di una politica estera europea comune in materia di sicurezza energetica. A suo parere, inoltre, il rafforzamento della rete di corrispondenti per la sicurezza energetica (NESCO) dovrebbe contribuire a evitare future interruzioni delle forniture.
I deputati accolgono con favore l’accordo sul finanziamento dei progetti infrastrutturali previsto dal Piano europeo di ripresa economica (250 milioni di euro), così come l’idea di dotare l’UE di una nuova super rete europea per l’elettricità e il gas. I deputati invitano la Commissione a intervenire contro
i tentativi di scalate ostili da parte di soggetti stranieri ”non trasparenti” nel mercato dell’energia dell’ UE e sottolineano l’opportunità di avviare un dialogo con i principali fornitori energetici della Comunità, che tenga però conto di valutare i loro comportamenti su versanti cruciali come ad esempio il rispetto dei diritti umani: i diritti dell’uomo e la sicurezza energetica dovrebbero rappresentare una priorità per il prossimo vertice UE-Russia e diventare parte integrante del nuovo accordo tra i due partner. Tra le sue priorità il Parlamento indica il collegamento dell’UE a nuove fonti di gas dal Medio Oriente e dalla regione del Mar Caspio, indipendentemente da una particolare società o gasdotto. Il gasdotto Nabucco, per il quale sono stati stanziati 250 milioni di euro e che dal Mar Caspio arriva all’Austria, secondo i deputati, aiuterà l’UE a ridurre la dipendenza dalle forniture russe e l’iniziativa DESERTEC utilizzerà su vasta scala le potenzialità dell’energia solare in Medio Oriente e Nord Africa. DESERTEC si propone di sfruttare l’energia solare nel deserto del Sahara. Un gruppo di scienziati, in cui partecipa anche il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, vuole realizzare il più ambizioso e semplice ”progetto solare” che si basa sul fatto che in sole sei ore arriva nel continente africano una quantità di energia solare pari a quella consumata nel mondo in un anno. Se i deserti nordafricani e mediorientali fossero coperti da impianti solari per lo 0,3% della loro superficie, potrebbero rifornire di energia l’intero continente europeo oltre che la stessa area mediorientale e nordafricana, dando un formidabile contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla lotta al cambiamento climatico.