Maroni contro la tratta di esseri umani

Paola Fusco

  Il ministro dell’Interno, a Lione per la quinta conferenza annuale dei capi degli uffici Interpol del mondo, parla di cooperazione internazionale e ricorda che la tratta di esseri umani, prima di essere “un crimine odioso è una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e purtroppo i dati ci mostrano che il fenomeno è in crescita. Il dato forse più allarmante è che quasi il 20 per cento del totale delle vittime della tratta sono bambini, con percentuali fino al 100% in certe zone dell’Africa Occidentale”. Il business dei nuovi schiavi, ha spiegato Maroni, “è a livello mondiale il terzo dopo quello della droga e delle armi e frutta diversi miliardi di dollari l’anno ai network criminali”. Il fenomeno, ha annunciato, sarà approfondito alla riunione dei ministri dell’interno e della giustizia del G8 che si terrà a Roma a fine maggio. “L’evidenza empirica – ha proseguito Maroni – indica che la prima causa della tratta è lo sfruttamento sessuale (oltre 3 casi su 4), mentre la seconda è lo sfruttamento lavorativo. Molto consistente, ma purtroppo poco visibile e quindi probabilmente sotto stimata, è la domanda di lavoro illegale infantile”. Il ministro ha poi rilevato che “appare particolarmente ben strutturata l’architettura delle organizzazioni criminali dedite alla tratta. Autentiche imprese transnazionali, che operano con moduli flessibili, spesso a base etnica. Sappiamo, ad esempio, che esistono forme di collaborazione tra mafie italiane e straniere in vista della spartizione dei vari segmenti del mercato (prostituzione, lavoro nero, accattonaggio)”. Uno strumento fondamentale di prevenzione e contrasto della tratta, secondo il titolare del Viminale, “è dato dagli accordi di cooperazione in materia di sicurezza. L’Italia ne già ha stipulati con 52 Paesi”. Citando l’accordo stipulato proprio di recente con la Nigeria: “Si tratta” ha detto il ministro dell’Interno “di una forma molto avanzata di collaborazione di polizia volta a potenziare le capacità di contrastare la tratta, il traffico di migranti e la criminalità organizzata transnazionale. Permetterà il distacco in Italia di funzionari della polizia nigeriana, che così avranno modo di lavorare fianco a fianco alla polizia di frontiera italiana in posti di confine. Oltre a ciò, la direzione centrale per l’Immigrazione e la polizia di Frontiera italiana organizzerà attività di formazione per la polizia nigeriana. Una formula evoluta di cooperazione che, essendo maturata in ambito Interpol, si potrà avvalere anche dei suoi strumenti conoscitivi».