Nuovo attacco hacker al Sito del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe nel nome di Stefano Cucchi

redazione

“GIUSTIZIA PER CUCCHI”. E’ il messaggio lasciato alcuni minuti fa da alcuni hacker che hanno violato il sito internet del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Questi hacker sono di una ignoranza spaventosa”, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Scrivono a noi, esponenti e rappresentanti della Polizia Penitenziaria, di volere giustizia per Stefano Cucchi senza sapere che sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari che lavorano proprio a piazzale Clodio dalle accuse (non suffragate da alcuna prova!) loro mosse. Lo hanno accertato due Corti, 4 giudici togati, 12 giudici popolari. Lo ha confermato, definitivamente, la Corte di Cassazione! Siamo sempre stati solidali con la Famiglia Cucchi per la perdita del loro familiare, ma anche fieri del nostro lavoro quotidiano e della nostra abnegazione al servizio del Paese. Siamo convinti che il SAPPE proseguirà la battaglia in difesa dei colleghi e dell’intero Corpo di Polizia Penitenziaria che in questa vicenda è attaccato da molti che forse sono in possesso di una verità che conoscono solo loro. E’ il caso di questi hacker, eccellenti sotto il profilo delle conoscenze informatiche ma ignoranti sulla realtà dei fatti”.

Il SAPPE evidenzia l’anomalia di avere subito questo attacco informativo “dopo avere diffuso la notizia, sul blog poliziapenitenziaria.it che Marco Carrai, membro del direttivo della fondazione politica del presidente del Consiglio Matteo Renzi ed esperto internet del Governo, ha assunto uno degli hacker che violò il sito web del SAPPE e di altre istituzioni e aziende negli anni passati. Singolare coincidenza….”.

Il SAPPE ricorda che “il processo d’appello per la morte di Stefano Cucchi ha confermato l’assoluzione per i poliziotti penitenziari coinvolti loro malgrado nella triste vicenda. E la Cassazione, ripetiamo, l’ha definitivamente confermato. Avevamo ragione quando, in assoluta solitudine, sostenemmo che non si dovevano trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari. Abbiamo avuto ragione nel confidare nella Magistratura perché la Polizia Penitenziaria non aveva e non ha nulla da nascondere”. L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, “è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità – dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Tanto per dire, negli ultimi vent’anni, abbiamo salvato la vita, in tutta Italia, ad oltre 19.000 detenuti che hanno tentato il suicidio ed ai quasi 124mila che hanno posto in essere atti di autolesionismo, molti deturpandosi anche violentemente il proprio corpo”.