Passa proprio per il voto del senatore emerito Francesco Cossiga il decreto sulla sicurezza per il quale il Governo ha posto oggi la fiducia sul maxiemendamento presentato in mattinata al Senato. Si dovevano raggiungere i 160 voti e 160 sono stati, contro i 158 dell’opposizione che però fa notare come, senza il voto dei senatori a vita questa volta il Governo sarebbe andato sotto. “E’ la prima volta che sui senatori eletti il governo è andato sotto – ha commentato Roberto Castelli presidente dei senatori della Lega – e il Presidente Napolitano a maggio disse che senza la maggioranza degli eletti avrebbe tratto delle conseguenze, vediamo se ora qualcuno lo ricorda”. Tornando al protagonista principale, ovvero il senatore a vita Francesco Cossiga che nella sua dichiarazione di voto aveva sottolineato come “sarebbe irresponsabile far cadere il Governo proprio ora che maggioranza e opposizione si stanno parlando per una nuova legge elettorale e che proprio per questo da oggi in poi sono disposto a votare tutto ma proprio tutto”, al termine della seduta ha rilasciato altre dichiarazioni che hanno inquadrato il suo si alla fiducia in un’ottica più internazionale. In sintesi Cossiga ha fatto notare come Romano Prodi non debba ringraziare lui per la fiducia concessa, ma il ministro degli esteri Massimo D’Alema “che, con il mio voto, non ho voluto mettere nelle condizioni di essere depotenziato nel suo tentativo di evitare una destabilizzante crisi nei Balcani e nell’intera Europa ed un aggravamento della tensione tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa che seguirebbero alla ormai certa dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte del governo di Pristina, con un successivo immediato riconoscimento da parte degli Stati Uniti d’America”. Increscioso quanto avvenuto al termine delle votazioni, con un’aggressione verbale molto violenta del leghista Massimo Polledri al sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi, accusata di aver condizionato il voto di Lamberto Dini. Il senatore del PD Antonio Polito, che ha riferito l’accaduto, ha annunciato che presenterà un Ddl per l’introduzione del “terzo tempo” anche al Senato “così che – spiega – i due poli possano scambiarsi la stretta di mano dopo ogni voto di fiducia”. Anche le dichiarazione dei senatori non sono certo state improntate al “fair play”.
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