Percentuali negative da capogiro. Il 96,9% della segnaletica orizzontale è scarsamente visibile

F.L.

La qualità della segnaletica stradale è un termometro importante che misura con impeccabile precisione lo stato di sicurezza delle nostre vie di comunicazione.
Sulla base di una ricerca campionaria elaborata dal Centro Studi 3M sul territorio nazionale sono emersi dati che non lasciano dubbi circa la condizione pessima in cui versa in Italia la segnaletica stradale sia orizzontale sia verticale.
Una primo screening riguarda la segnaletica verticale. Da un’ analisi iniziale effettuata nel 1998, sono emersi dati preoccupanti, ovvero che il 34% , dei 7000 segnali censiti, non era in regola con il Codice della Strada ma non solo: lo stato di degrado era altissimo per mancanza di manutenzione.
La stessa indagine è stata ripetuta oggi in sette province considerate le più rappresentative tra quelle già censite nel 1998: Asti, Milano, Firenze, Rieti, Pesaro, Napoli e Foggia. L’obiettivo era quello di verificare se ci fossero stati negli anni dei cambiamenti significativi ma anche da questa seconda indagine non sono arrivati segnali incoraggianti.
Lo stato della segnaletica stradale risulta infatti decisamente peggiorato rispetto al ‘98, il numero di segnali presenti è insufficiente e poco visibile, la manutenzione è scarsa e a “macchia di leopardo”.
Questo ultimo punto è particolarmente importante perché la segnaletica serve ad assicurare informazioni omogenee e credibili agli automobilisti per non originare incertezze che, come noto, rappresentano una delle primarie cause dell’incidentalità stradale.
Rispetto al campione censito vediamo alcuni numeri particolarmente eloquenti: il 45,8% dei segnali rilevati presenta uno o più fattori di irregolarità. In tal senso si evince un sensibile peggioramento (+3.9%) rispetto al 1998.
Se ad essi aggiungiamo i segnali con pellicola scaduta, il dato relativo alla segnaletica potenzialmente non a norma sale ulteriormente a 63.7% contro il 48.6% del 1998.
Dal campione risultano irregolari e non conformi per riflettenza, il 64.9% dei cartelli (nel ’98 erano 35.5%), il peggioramento in questo caso è consistente (+24.9%).
L’età dei segnali è aumentata da una media di 6.10 a 7.23 anni. L’invecchiamento più consistente si registra sulle strade comunali extraurbane (da 6.33 a 9.45 anni).
Per ultimo vediamo come il 39.2% dei segnali verticali non risulta adeguato in termini di rifrangenza a quanto previsto dalla normativa vigente.
Il secondo passaggio della ricerca riguarda invece lo stato della segnaletica orizzontale, relativa alle strisce ed alle scritte tracciate direttamente sull’asfalto. Anche in questo settore la presenza e la qualità dei segnali sono sostanzialmente insufficienti.
Particolari carenze sono state poi riscontrate per la segnaletica relativa la presenza di pedoni, scuole e ciclisti
La scarsa attenzione a questi particolari aspetti della circolazione stradale non è giustificabile, dal momento che questa carenza rappresenta un ulteriore pericolo per coloro i quali sulla strada sono i più a rischio.
Alcuni dati: nel 15.7% delle 541 posizioni rilevate la segnaletica orizzontale è totalmente assente.
La situazione è geograficamente disomogenea: al nord e al centro è sostanzialmente presente, al sud è insufficiente. Rispetto al valore di riferimento al di sotto del quale il segnale orizzontale viene ritenuto non conforme (100 mcd/lux m2) solo il 3.1% delle posizioni rilevate soddisfa questa condizione.
Il restante 96.9% risulta invece essere non sufficientemente visibile.
Le conclusioni della ricerca sono ovvie: c’è l’urgente necessità di intervenire in maniera programmata nel rinnovo e nella manutenzione dei segnali sia orizzontali che verticali.
Per intervenire sulla segnaletica non è necessario stanziare nuovi fondi, dal momento che l’articolo 208 del Codice della Strada prevede che una quota non inferiore al 10% dei proventi delle contravvenzioni (1.2 mld di euro annui è la cifra stimata), venga destinato alla sicurezza stradale e alla tutela dell’utenza debole (pedoni e ciclisti).
Ancora, una soluzione per l’Italia potrebbe essere quella di recepire e rendere cogente la normativa europea ed internazionale sulla segnaletica stradale: orizzontale (recepimento UNI/EN 1436), verticale (adeguamento DM 31 marzo 1995).
Investire oggi in segnaletica stradale significa, non solo abbattere significativamente e in tempi rapidi l’incidentalità stradale, ma anche realizzare concrete economie per il paese.