Pirateria, 2008 anno record

Paola Fusco

  Il 2008 è stato un anno storico per la pirateria con 293 navi attaccate, 49 sequestrate, 889 membri di equipaggio presi in ostaggio e 21 uccisi. Dal 1991, anno in cui venne creato l’Imb, l’Ufficio Marittimo Internazionale, non erano mai stati registrati tanti attacchi. Le cifre sono state fornite dal direttore dell’agenzia, Pottengal Mukundan, durante la presentazione del rapporto annuale nel centro di Kuala Lumpur, in Malaysia. L’aumento spropositato dei casi di pirateria, “è dovuto principalmente alla situazione in Somalia e nel Golfo di Aden, dove sono state sequestrate 42 navi e 815 membri degli equipaggi sono ancora tenuti in ostaggio". Anche la mappa della pirateria è cambiata: dopo la Somalia, al secondo posto nella classifica dei Paesi con le acque più pericolose al mondo c’è la Nigeria, con quaranta abbordaggi registrati, cinque sequestri e 29 marinai presi in ostaggio. Scivola invece solo al settimo posto lo Stretto di Malacca, fino a tre anni fa considerato il luogo più insidioso del pianeta. Tuttavia, secondo il direttore dell’Imb, il dato importante è un altro. Nel 2008 la pirateria ha fatto un salto di qualità non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi: rispetto agli anni passati, i pirati sembrano molto più preparati, meglio armati e molto più violenti e anche gli attacchi sono sempre più audaci e ambiziosi. Clamoroso, per esempio, il sequestro avvenuto di recente della super-petroliera saudita ‘Sirius Star’, una delle maggiori al mondo, presa dai predoni somali il 15 novembre scorso al laergo del Kenya e rilasciata solo il 9 gennaio, dietro pagamento di un riscatto di 3 milioni di dollari. Due super-squadre d’intervento, una a guida statunitense, la ‘Combined Task Force 151’, e una dell’Unione Europea, la Missione ‘Atalanta’, sono state create per intervenire in acque somale e nel Golfo di Aden per contrastare la pirateria. Anche Russia e Cina hanno puntato a un posto in prima linea nella lotta ai predoni: Mosca ha appena inviato due navi da guerra, che si aggiungono a quelle che già da tempo incrociano nella zona, mentre a fine dicembre la Marina Militare cinese ha mandato una nave-appoggio e due cacciatorpediniere. Tuttavia, la presenza di unità da guerra della comunità internazionale non sembra aver scoraggiato i pirati, che hanno appena liberato un cargo danese solo dietro pagamento di un forte riscatto. "Gli ultimi pirati hanno lasciato la nave nella prima mattinata di martedì", ha detto l’armatore Per Gullestrup, che non ha però voluto comunicare la cifra pagata ai malviventi. "Non possiamo renderlo noto perché ci sono altre imbarcazioni ancora in mano ai predoni, e questa notizia potrebbe compromettere le trattive in corso".