Poliziotti e personale di sicurezza: quali sono i rischi per l’udito

redazione

Spari, inseguimenti, sirene, grida, bombe: chi è impiegato nelle forze di polizia o, in generale, in qualità di personale di sicurezza, è esposto a rumori forti – ben oltre la soglia limite degli 85 decibel – che, a lungo andare, possono provocare danni all’udito, anche gravi.

Secondo uno studio pubblicato su Occupational Medicine nel 2009, i poliziotti hanno una probabilità maggiore di 1,4 volte di soffrire di ipoacusia rispetto a un impiegato d’ufficio, a causa del rumore cui sono esposti, numero che aumenta quando si considerano gli agenti che pattugliano le strade in moto. Un dato allarmante, che tuttavia permette di puntare i riflettori su un problema, come quello dell’esposizione a rumori potenzialmente nocivi per la salute uditiva sul posto di lavoro, fattore che viene spesso sottovalutato.

Tra le sirene, i colpi di arma da fuoco e persino l’abbaio dei cani poliziotto impiegati nelle operazioni di sicurezza, l’udito degli appartenenti alle forze dell’ordine è quotidianamente a rischio; ciononostante, sono pochissimi gli agenti che utilizzano le apposite protezioni sul campo. Durante le esercitazioni al poligono o le operazioni antiterrorismo e antisommossa è diverso: indossare le cuffie antirumore è prassi. Ma quando si è di pattuglia la situazione cambia: nessun poliziotto vorrebbe avere con sé le protezioni uditive, rischiando così di non essere abbastanza vigile e all’erta, condizione che, in alcuni casi, fa da spartiacque tra la vita e la morte. Non bisogna infatti dimenticare che, quando un poliziotto entra in azione, deve sentire tutto, inclusi i segnali più flebili.

Un altro problema consiste nel fatto che le chiamate alla polizia di solito arrivano all’improvviso, con richiesta di intervento immediato; di conseguenza, il più delle volte non c’è tempo per preparare le attrezzature necessarie a proteggere l’udito. Quando bisogna entrare in azione si pensa prima a indossare il giubbotto antiproiettile degli otoprotettori. E proprio i proiettili – o, meglio, le armi da fuoco – rappresentano il principale nemico dell’udito dei poliziotti. Di recente, in tutto il mondo, le forze dell’ordine si stanno adoperando per fornire armi dotate di silenziatori, anche se la strada per raggiungere questo obiettivo a livello capillare è ancora lunga.

Una questione complessa, in seno alla quale emerge anche un singolare paradosso: per stare all’erta bisogna sentirci bene e tuttavia se non si prendono le dovute precauzioni l’udito rischia di subire danni, anche permanenti, diminuendo così le performances professionali.

Come fa allora un agente a proteggere il proprio udito? Bisogna mettere in pratica una serie di misure concrete per ridurre l’esposizione degli agenti a rumori al di sopra della soglia critica degli 85 dB. Oltre ai silenziatori per le armi da fuoco, infatti, si possono cambiare (come è stato fatto in alcuni casi) le vecchie ricetrasmittenti con apparecchi più sofisticati, dotati di cuffie protettive che attutiscono il rumore e, nel contempo, consentono di comunicare in modo più chiaro ed efficace. Parallelamente agli interventi strutturali sugli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine, occorre investire sulla prevenzione, mettendo a disposizione degli agenti le informazioni necessarie riguardo alla propria salute uditiva e ai rischi che si possono correre sul lavoro.

Ovviamente, tutto ciò che abbiamo detto sugli agenti di polizia si applica anche ad altre categorie di persone impiegate nella sicurezza, dal personale a guardia di istituti e luoghi pubblici a militari e veterani. Riguardo a quest’ultimi, è interessante sapere che molti combattenti ed ex combattenti lamentano difficoltà uditive nonostante a livello audiometrico il loro udito risulti nella norma. Le ragioni di questo fenomeno – ampiamente diffuso – sono ancora in fase di studio ma sembra che le lesioni cerebrali derivanti dall’ascolto di rumori violenti, come per esempio le esplosioni e i disturbi da stress post traumatico, possano influire sulla capacità uditiva dei militari, per i quali pertanto è previsto l’impiego di protesi acustiche.

 

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